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archivio > Articoli su Bordiga>Amadeo Bordiga (L'Ingegnere libero professionista)

aggiornato al: 09/11/2007

n.8, agosto 1970

Dell'attività professionale di Amadeo Bordiga ha dato conto Luigi Gerosa nel suo libro «L'ingegnere "fuori uso". Vent'anni di battaglie urbanistiche di Amadeo Bordiga Napoli 1946-1966».

Fucina di quell'attività nella quale Bordiga si impegnò con la stessa serietà, passione e conoscenza con cui si impegnò nella militanza politica fu il «Collegio degli Ingegneri e Architetti di Napoli» di cui Bordiga  fu presidente fino al 1966.

Su «L'Ingegnere Libero Professionista» che era nato nel dicembre del 1949 come organo del Sindacato ingegneri liberi professionisti della provincia di Napoli e che diventerà poi «organo ufficiale del Sindacato Nazionale Ingegneri Liberi Professionisti Italiani» apparirà anonimo, nel numero di agosto 1970, questo necrologio che ora ripubblichiamo, toccante testimonianza verso un uomo che anche nel campo professionale aveva saputo trasmettere ammirazione e rispetto.

 

 

 

AMADEO BORDIGA

 

E' morto Amadeo Bordiga!

Con profonda commozione abbiamo appreso dai giornali la triste notizia.

Da qualche anno si era ritirato nella sua casa di Formia chiuso nei suoi ricordi.

Tutti i giornali lo ricordano solo come il fondatore del Partito Comunista Italiano. Noi invece lo ricordiamo come uno dei più validi fondatori ed animatori del Movimento Sindacale degli Ingegneri Liberi professionisti.

Abbiamo avuto il nostro primo incontro con lui in occasione del primo Congresso degli Ingegneri Liberi Professionisti tenutosi a Roma nel lontano 1950. In tale occasione tenne un discorso così serrato e logicamente inoppugnabile da trascinare gli incerti ed esaltare i convinti.

Da quel congresso ebbe origine il nostro Sindacato Nazionale. Ne fu uno dei più autorevoli consiglieri unitamente ai colleghi Del Pezzo, Filosa e Buono.

Polemista di alto vigore sapeva dare scudisciate polemiche che lasciavano segni profondi, e che spesso facevano ammutolire anche gli avversari più tetragoni.

Chiamava ironicamente «un minestrone fatto con acidi torsi di cavolo» l'attuale ordine aperto a tutti.

Era leale e generoso; non sapeva odiare.

Spesso ci riferiva lepidi episodi dei suoi trascorsi politici con sorridente bonomia, e ci parlava sovente dei suoi vecchi compagni di partito. Anche di quelli che poi divennero suoi nemici e che lo espulsero dal partito stesso. Tutto ciò senza ombra di livore. Aveva quasi l'aria di giustificarli.

Era un vero galantuomo.

Ritiratosi dalla politica si dedicò con fortuna alla libera professione con tutte le forze del suo ingegno e della sua tenacia. I colleghi di Napoli lo ricordano con affettuosa reverenza, poiché lo ritenevano un vero Maestro, anche nel campo dell'etica professionale.

Pubblicò su questa rivista vigorosi articoli ogni qualvolta sentiva la necessità di fissare per la nostra battaglia sindacale dei punti fermi ed inderogabili. Era un animatore ed un potente chiarificatore.

Declinando la sua vivace energia lasciò Napoli e si ritirò a Formia dove in questi ultimi anni visse in silenzio ed isolato.

Caro Amadeo, quanti di noi che hanno avuto la fortuna di conoscerti e di apprezzarti avremmo voluto esserti vicino nell'ora dell'addio.

 

«L'Ingegnere libero professionista» n. 8, agosto 1970