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archivio > Articoli su Bordiga>Diego Giachetti, recensione a: "Né con Truman Né con Stalin", (Solidarietà, 19.5.2011)

aggiornato al: 08/07/2011

Solidarietà, 19.5.2010

Offriamo ai nostri lettori la recensione di Diego Giachetti alla "storia del partito comunista internazionalista (1942-1952)" di Sandro Saggioro, volume uscito nell'autunno dello scorso anno. Questa recensione è  apparsa su  Solidarietà giornale che esce in Svizzera e precisamente a Bellinzona.

 

Diego Giachetti

Recensione a: Sandro Saggioro, Né con Truman né con Stalin. Storia del Partito Comunista Internazionalista (1942-1952)

Milano, Edizioni Colibrì, 2010, pp. 413, euro 22

 

 

L'opposizione da sinistra alle politiche involutive dei partiti comunisti sotto l'egida dello stalinismo non si limitò alla sola critica teorica e politica, essa si innervò in gruppi e organizzazioni militanti volte all'azione nel vivo contesto della lotta di classe nel corso degli anni della reazione fascista e nazista in Europa. Diverse organizzazioni di ispirazione trotskista, consiliarista, bordighista operarono sul terreno politico in quegli anni e in quelli successivi. La loro storia è poco conosciuta e poco considerata, almeno nelle ricostruzioni ufficiali delle grandi narrazioni partitiche e accademiche. Ciò vale, indubbiamente, anche per l'Italia, per le vicende dell'antifascismo e della Resistenza, dove accanto ai partiti e alle formazioni maggioritarie che si richiamavano al movimento operaio e di classe, operarono gruppi e partiti minori ben consapevoli del dramma involutivo che aveva pervaso la politica rivoluzionaria sorta dalla Rivoluzione d'ottobre, fatta propria dai partiti comunisti di osservanza sovietica. Tra queste formazioni vi fu il Partito Comunista Internazionalista di cui il lavoro di Sandro Saggioro rende testimonianza con questo libro. Una testimonianza che è preziosa in sé a prescindere perché si avventura su un terreno sconosciuto ai più e lo fa con una prima e utile sistematizzazione delle vicende che portarono alla nascita di questo partito nel 1942, il suo operare nella Resistenza antifascista e subito dopo, la sua proposta politica, unita a un'analisi teorica della situazione internazionale e della natura sociale dell'Urss staliniana, fino al dibattito interno al partito che portò alla separazione, nei primissimi anni Cinquanta, della componente raccolta attorno alla figura del rivoluzionario napoletano Amadeo Bordiga. Contribuirono alla divisione una diversa valutazione storica dell'epoca nella quale si doveva operare, dopo la fine della guerra, e quindi della funzione e del significato del “fare politica” in quel contesto. Si vedano in merito i due interessanti articoli pubblicati in appendice al libro intitolati Attivismo e Inattivismo. Una storia politica che si concluse con la fuoriuscita e con la nascita di una nuova testata, Il programma comunista.

            Poderosa figura di militante rivoluzionario, Amadeo Bordiga, rimasto isolato a Napoli durante il ventennio fascista, con la liberazione del Sud Italia, riprese i contatti organizzativi con i vecchi compagni e militanti della frazione di sinistra del Pcd'I, il cui contributo alla fondazione nel 1921, era stato determinante. I collegamenti finalmente instaurati con i militanti sopravvissuti nell'emigrazione francese e belga, e col gruppo che operava nel Nord occupato, favorirono la fusione col Partito Comunista Internazionalista sorto al Nord nel 1942.  Più che una nascita  fu da loro considerata una rinascita, in quanto si considerarono una diretta continuazione del Pcd'i di Livorno del 1921.

            Nel ripercorrere da storico queste vicende l'autore ha dovuto fare i conti con la questione delle fonti e della loro non facile reperibilità. Ha consultato vari archivi disponibili, si è avvalso di poche e precedenti ricerche storiche, ha sentito alcuni testimoni, ha letto con attenzione articoli pubblicati sulla stampa di partito, a cominciare dal giornale che esso pubblico col titolo Battaglia comunista. Proprio da un articolo pubblicato nel marzo del 1949 è presa la frase che dà il titolo al libro. Una prima utilissima ricognizione di fonti e di materiali documentari quindi, di cui l'autore ha pensato bene di pubblicarne alcuni in una corposa appendice al libro. Scelta più che condivisibile, trattandosi di materiali di difficile reperimento.

 

Solidarietà, 19 maggio 2011