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archivio > Articoli su Bordiga>Ritratto C.I.A. di un comunista contro (L'Espresso, n. 1, 5 gennaio 1995)

aggiornato al: 22/03/2011

L'Espresso, n. 1, 5 gennaio 1995

Verso la fine della seconda guerra mondiale i servizi segreti "alleati" si interessarono alla figura di Amadeo Bordiga. Riproduciamo qui stralci (purtroppo solo stralci) di un rapporto CIA su Bordiga pubblicati da L'Espresso nel 1995  e rimandiamo per altre notizie al libro Né con Truman né con Stalin apparso recentemente.

Anche i russi, dopo la formazione del governo Badoglio a Salerno, giunsero in Italia e si interessarono alla figura di Bordiga. Lo testimonia un libro recentemente apparso  (Marco Clementi, L'alleato Stalin. L'ombra sovietica sull'Italia di Togliatti e De Gasperi, Rizzoli, 2011, pag. 87) da cui estraiamo queste frasi:

Il 30 novembre Fitin toccava un altro degli argomenti per i quali i sovietici dimostravano un particolare interesse, ossia la presenza e l'azione di formazioni trotzkiste in territorio italiano. A tale proposito aveva raccolto informazioni su Amadeo Bordiga, che girò a Dimitrov. Bordiga all'epoca aveva cinquantasei anni ed era il leader di un'organizzazione comunista napoletana che faceva ancora proseliti. A dire di Fitin, manteneva per indole un giudizio indipendente, cosa che a suo tempo aveva contribuito a farlo espellere dal Pcd'I quando nel 1929 non aveva voluto seguire gli ordini provenienti da Mosca.

«L'iguanodonte», come era stato definito da Palmiro Togliatti chi rimaneva di un tempo ormai ritenuto preistorico e passato,  faceva ancora paura a entrambi gli schieramenti della borghesia ed era necessaria, a scanso di equivoci, la sua demonizzazione.

 

 

Bordiga, il nemico del PCI

Ritratto CIA di un comunista contro

 

L'office of Strategic Services era molto interessato al partito comunista. Tra le figure di comunisti ritenute meritevoli di attenzione vi era Amadeo Bordiga. Ecco alcuni stralci di un rapporto su di lui, del 19 ottobre 1944.

 

Amadeo Bordiga, illustre pensatore marxista italiano uscito dalla vita pubblica dal 1926, vive attualmente a Roma. E' tuttora una dinamo umana e un gigante intellettuale. Incontra leaders politici di tutti i partiti in colloqui informali, ma smentisce ogni intenzione immediata di azione politica contro i comunisti con cui ruppe sulla scelta tra rivoluzione mondiale immediata o temporeggiamento.. Dal settembre 1943 ha vissuto in stato di estrema ristrettezza a Formia, a sud di Roma, a poca distanza dal fronte, con sua moglie e sua figlia medico. Intende tornare alla sua professione di ingegnere industriale. Non ha un soldo e rifiuta ogni genere di aiuto. Sua moglie vive nel terrore che anche lui, come Trotsky, possa essere assassinato qualora decida di rispondere agli appelli di migliaia di suoi fanatici seguaci e diventi così il capo di un partito comunista indipendente che può portare alla rovina l'attuale partito comunista ufficiale. Togliatti troverebbe in Bordiga un potente concorrente. E tuttavia molti pensano che se Bordiga venisse assassinato come Trotsky, Togliatti e l'intera direzione del partito comunista rischierebbero lo sterminio fisico da parte dei bordighiani fanatici. Le stesse persone, perciò, pensano che un tipo calcolatore come Togliatti preferisca un metodo più conveniente  e meno rischioso: una campagna di calunnie e di persecuzioni da parte degli Alleati contro Bordiga (...).

Queste le idee di Bordiga così come le ha espresse in un'intervista.

a) Bordiga ha detto che sta nascendo un nuovo partito comunista, diverso dal partito di Togliatti. Questo sarà il vero partito comunista. Condurrà una lotta senza tregua contro ogni deviazione dalla linea storica della sinistra marxista, contro il partito di Togliatti, contro la democrazia borghese, per il rovesciamento della borghesia e per l'avvento della dittatura del proletariato (...).

d) Si stanno formando gruppi comunisti di sinistra che sono già al lavoro in tutta Italia. Bordiga vuole un partito fortemente centralizzato, così come lo richiede la lotta rivoluzionaria per la dittatura del proletariato. Secondo Bordiga il movimento della sinistra comunista è molto forte nei centri industriali d'Italia ed è guidato da suoi vecchi amici e collaboratori come Fortichiari, Repossi e Damen (...).

g) Secondo Bordiga, Togliatti e il suo partito non sono comunisti. Sono solo uno strumento dello Stato russo. Bordiga disprezza Nenni, ma ha più rispetto per un socialista riformista come Modigliani (...).

i) il fascismo, ha continuato Bordiga, è la forma politica ed economica più moderna del capitalismo. Dopo la guerra il fascismo si spargerà in molti paesi capitalisti sotto diversi nomi. Il movimento della sinistra comunista farà altrettanto. La democrazia è una bugia, in nessun posto la gente vive democraticamente. Sono tutti guidati da piccoli gruppi. Quel che esiste è una dittatura della borghesia sotto nomi diversi. Il compito di un partito rivoluzionario della classe operaia è distruggerla e instaurare la propria dittatura. (...).

n) Secondo Bordiga, sia i fascisti sia i cosiddetti antifascisti in questa guerra hanno dato prova di grande vigliaccheria. I fascisti sono stati tanto vigliacchi da non riuscire a difendersi, gli antifascisti troppo vigliacchi per rivoltarsi. Ha ripetuto che il fascismo è stato rovesciato dagli Alleati e dal re.

o) Bordiga ha detto che l'attuale atteggiamento di implorare pietà dagli Alleati è ridicolo. Se il partito rivoluzionario della classe operaia fosse già stato formato ed egli ne fosse il capo, la loro linea sarebbe totalmente diversa. Ha detto: «Noi diremmo agli Alleati: forza, castigate la nostra borghesia, punitela senza pietà! E in questo modo gli Alleati ci aiuterebbero a distruggere il nostro principale nemico».

 

L'Espresso, n. 1, 5 gennaio 1995