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archivio > Lettere di Bordiga>22. Articoli di "Prometeo" sulla guerra di Spagna. (Prometeo, n. 142, 7 marzo 1937)

aggiornato al: 02/01/2010

Prometeo, n. 142, 7 marzo 1937

Continuiamo nella pubblicazione cronologica di quanto apparve su Prometeo in riferimento alla guerra di Spagna.

L'articolo che questa volta riproponiamo si riferisce ad una conferenza sulla situazione in  Spagna tenuta da Angelo Tasca a Fontenay (esattamente Fontenay sous Bois), cittadina non lontana da Parigi.

Tasca a questa data era rientrato da un paio di anni nel PSI dopo la sua espulsione dal P.C.d'I. del 1929; la sua traiettoria fuori dallo stalinismo era stato il ritorno al riformismo socialdemocratico classico. Alla conferenza di Tasca interviene un compagno della Sinistra che tratta praticamente Tasca come un traditore: non è sufficiente che sia stato liquidato dallo stalinismo per fare di lui un compagno (e siamo ancora lontani dalla sua adesione al governo collaborazionista di Vichy).

Come si legge, ritrovarsi di fronte i compagni della sinistra, innervosisce Tasca che si era probabilmente dimenticato della polemica del 1912 con Bordiga sul "culturalismo". 

 

 

22

 

 

 

Alcune parole ad una canaglia: Tasca a Fontenay

 

 

Recentemente la sezione socialista di Fontenay organizzava una conferenza sulla Spagna con l’ineffabile Tasca, rinnegato ben conosciuto dagli operai italiani. Il professore in questione è oggi il paladino ufficiale del riformismo non solamente nel partito di Nenni, ma anche in quello di Leon Blum. Si sa che questo cittadino ha giudicato indispensabile premunirsi, sin da ora, contro le sorprese che certamente gli riserverà la situazione italiana dove, ormai, le sue canagliate saranno presto comprese dagli operai in marcia per la vittoria rivoluzionaria. È per questa ragione che egli ha preso la cittadinanza francese. L’esperienza lo ha ammonito: bisogna essere in grado di varcare la frontiera della rivoluzione, ed essere anche in misura di poter usufruire dell’appoggio di uno Stato capitalista per poter fronteggiare la giusta vendetta dei proletari rivoluzionari. Solamente l’egregio professore deve, per una volta, considerare che non tutto si ripete e che, quando egli cercherà di trovare rifugio in Francia, vi troverà dei francesi in piena effervescenza rivoluzionaria. Che il signor Lerroux lo sappia: la sua nuova nazionalità non gli permetterà, il giorno in cui l’Internazionale risuonerà come l’inno della rivoluzione internazionale trionfante, di sfuggire a tutte le sue avventure attuali.

L’esposto che fece il nostro “grand’uomo” a Fontenay fu corrispondente alla misura del personaggio vanitoso e commediante. Delle solenni affermazioni ma tutte vuote di senso. Nessuna idea ma un insieme di erudizioni come se ne trovano ogni giorno nel Populaire sotto la firma di Lerroux.

Per Tasca gli avvenimenti spagnoli si spiegano come una serie di “negligenze” del governo repubblicano. Dopo la caduta della monarchia, come dopo le elezioni del Febbraio 1936. D’altronde, dopo la vittoria elettorale del Fronte Popolare, non si ebbe la formazione di un governo di questo Fronte, ma di un “altro” e questo spiega tutte le “negligenze”. Dopo il 19 Luglio, la borghesia industriale è scomparsa dalla scena e se non si ha la rivoluzione questo dipende ancora una volta da una “negligenza”. La guerra e la rivoluzione sono due cose opposte, ed evidentemente il signor Tasca sceglie la guerra. Per la rivoluzione esistono di già delle premesse “psicologiche” (quanta profonda saggezza) e, dopo, la disfatta di Franco. Il governo attuale che si è “conciliate” le masse con la sua politica di trasformazione sociale, dovrà marciare avanti come lo fecero i bolscevichi, i quali dovettero andare ben al di là del programma che si erano fissato, una volta che ebbero conquistato il potere.

Il non intervento ha aiutato Franco perché, a parte la Francia e la Russia, nessun altro governo lo ha applicato seriamente. L’Inghilterra comprenderà il suo errore di aver aiutato Franco perché la vittoria di quest’ultimo potrebbe togliergli le mine che essa possiede in Ispana (che Lerroux si affretti ad allarmare il suo compare Baldwin).

Dopo la glorificazione della militarizzazione delle milizie, il professore Tasca ricevette modestamente [l]e congratulazione ditirambiche del presidente della riunione e la parola fu accordata al contradditore. Il nostro compagno che domandò la parola fece innanzitutto rimarcare che una volta Tasca non parlava ancora come “un repubblicano sincero”, ma come un comunista. Ma questo succedeva 14 anni fa … Una prima interruzione e  è accompagnata dalla manifestazione di irritazione del nostro professore che ha evidentemente i nervi estremamente sensibili.

Il nostro compagno fece osservare che Tasca conosceva probabilmente la storia della repubblica del 1931, ma che la faceva a modo suo facendo ricorso alle “negligenze”. Perché non ci parlava del suo amico Caballero che fu Consigliere di Stato di Primo de Rivera. Che ci spieghi dunque perché il governo repubblicano del 1931 – dove si trovavano Caballero, De Ros, Prieto – proclamava gli scioperi fuori legge, reprimeva ferocemente i movimenti operai, massacrava i proletari come ai più neri giorni della monarchia, nello stesso tempo in cui “negligeva” le destre ed usava verso di esse delle dolcezze delle polemiche parlamentari?

A proposito del periodo di Febbraio 1936, se come l’affermava Tasca, il governo Azana dapprima, Quiroga in seguito, non erano che delle ombre perché il Frente Popular li considerava come suscettibili di applicare il suo programma (?). D’altronde le “ombre” di Tasca hanno questo di particolare: che esse sono feroci quando si tratta di reprimere gli scioperi di Madrid (Edili) di Malaga, San Sebastiano, Barcellona. Ma che esse si lasciano “sorprendere” da Franco, preparando apertamente il suo attacco. La verità è che destra e sinistra sono due forze che hanno per ruolo di domare il proletariato. Il 17 Luglio la preoccupazione degli “antifascisti” di Madrid e di Barcellona era di impedire la reazione di classe degli operai e di facilitare la vittoria di Franco. È per questo che Barrios venne al potere, per cercare di conciliare destra e sinistra sul corpo del proletariato. E' perché i proletari di Barcellona, di Madrid, non hanno ascoltato nessuna delle loro organizzazioni integrate o dipendenti dal Fronte Popolare, e perché essi hanno preso il cammino della lotta di classe – lo sciopero generale – che essi si sono armati e schiacciato i militari, in qualche giorno, in queste due città.

Ma il problema centrale, quello dello Stato, della sua distruzione, essi non hanno potuto porla perché tutte le organizzazioni (social-centriste, anarchiche, POUM) hanno fatto una barricata per difendere con i loro corpi lo Stato capitalista. Nel nome della guerra “antifascista” gli operai hanno visto spezzarsi il loro movimento di classe e sono stati trascinati su dei fronti di battaglia dove si fanno massacrare nel nome del capitalismo.

Franco ha potuto vincere nelle regioni agrarie rapidamente perché il terreno vi era stato ben preparato dalla repressione del Fronte Popolare. Nelle regioni industriali bisognava condurre gli operai al massacro sotto la bandiera dell’antifascismo.

Tasca pretende che bisogna guadagnare dapprima la guerra, ma perché Franco poteva marciare di vittoria in vittoria? Perché lo Stato Maggiore repubblicano ha una strategia disfattista. Non è solamente Franco che vuole annientare il proletariato, ma anche Caballero.  Fra di essi esiste una vera e propria divisione del lavoro.

Dal principio dell’intervento del nostro compagno, l’eminente leccapiedi dell’imperialismo francese dava lo spettacolo di un’incontenibile prurito nervoso. Non potendo più tollerare degli attacchi contro i suoi padroni, egli interruppe il nostro compagno e provocò il tumulto con i suoi gridi isterici. Noi saremmo stati i “provocatori” degli agenti di Franco e noi dicevamo delle cose “infami”. La lotta per la rivoluzione è un’infamia per Tasca. Immediatamente centristi e socialisti si associarono a questa manifestazione alfine di creare un’atmosfera di pogrom, quella che il capitalismo produce, in tempo di guerra, nelle riunioni operaie.

Fortunatamente gli operai della località conoscono la nostra frazione e non sono disposti a lasciarsi provocare dagli agenti diretti del capitalismo.

Il nostro compagno potette parlare ancora durante qualche minuto, ma i gridi crescenti di alcuni fanatici  social-centristi lo obbligarono a concludere: i socialisti gli avevano d’altronde tolto la parola. Egli incitò alla lotta gli sfruttati, dai due lati del fronte, contro i loro oppressori; parlò della necessità di preparare gli scioperi tendenti a permettere al proletariato di porre il problema dello Stato, condizione pregiudiziale alla costituzione di una armata proletaria. Dopo che un centrista ci aveva insultati chiamandoci agenti di Franco, di De la Roque (con molta prudenza, degli interrogativi e dei se) senza raccogliere altro che delle risate sprezzanti, si ebbe la risposta di Tasca che durante venti minuti fece della demagogia contro la nostra frazione senza rispondere ad alcuno dei problemi posti. Per questo “storico” (che è piuttosto un istrione) Marx, nel 1871, era per la difesa del governo di Gambetta-Thiers, alfine di combattere contro i prussiani. Bisogna essere oggi per la difesa di Caballero, contro Franco per le stesse ragioni. Solamente, messer Tasca, quando la Comune sorse, Marx era con i comunardi per spingerli nella via della rivoluzione proletaria, mentre le canaglie della vostra specie sarebbero state sì nelle file dei comunardi, ma per tradirli, come lo hanno provato i vostri fratelli di tutti i paesi. Ma, per questo singolare professore, 1871 e 1937 (due epoche ben differenti) sono identiche. Non altrimenti ragionarono i social-patrioti del 1914.

Al nostro compagno che lo aveva accusato di falsificare Lenin, Tasca rispose che il problema del fascismo si poneva prima e dopo  la conquista del potere in modo identico. Esempio: l’affare Kornilov. Con questo carosello tutta l’opera di Lenin è precipitata ad un livello di un Tasca che lo falsifica vergognosamente. Il problema dello Stato non ha più alcuna importanza. Arriva la minaccia fascista e si diviene ministro capitalista. Così i bolscevichi hanno preso il potere non perché hanno lottato contro Kerensky nello stesso tempo in cui lottavano contro Kornilov (non dimentichiamo che la realtà dei fatti consiste in questo e che politicamente non vi è stata tregua fra i bolscevichi e Kerensky), ma essi hanno preso il potere perché erano gli alleati di Kerensky.

Vi fu infine tutta la demagogia di Tasca di cui facciamo grazia ai nostri lettori: quello che permise a questa canaglia esalò tutto il suo odio contro i comunisti internazionalisti.

Vogliamo tuttavia aggiungere due parole prima di terminare. Nostro avviso è che spetta agli operai italiani e francesi di respingere nel campo nemico questi avventurieri cinici e senza scrupoli che vivono sul loro sangue e lavorano per consolidare il dominio del capitalismo.

 

 

Prometeo, n. 142,  7 marzo 1937