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archivio > Lettere di Bordiga>11. Sulla guerra di Spagna (Prometeo, n. 138, 1 novembre 1936)

aggiornato al: 16/05/2009

Prometeo, n. 138, 1 novembre 1936

Dividiamo gli articoli sulla guerra di Spagna contenuti nel n. 138 di Prometeo (1 novembre 1936) in due parti: questa che contiene articoli di carattere generale e la prossima dedicata ancora al dibattito nella frazione.

 

11

 

 

 

Per la difesa di Trotzki

 

 

Questo manifesto non è potuto apparire nel numero scorso per mancanza di spazia. Lo riproduciamo oggi che la campagna contro Trotzky non tarderà a rinfocolarsi in connessione al nuovo processo che si sta imbastendo a Mosca contro una seconda infornata di agenti del «trotzkismo» e della «Gestapo».

 

A Barcellona il P.O.U.M. (Partito Operaio di Unificazione Marxista) ha preso apertamente posizione contro le macchinazioni staliniste nei confronti di Trotzki e contro gli assassini di Mosca. La sua stampa ha pubblicato una risoluzione del C.E. che ha avuto una grande risonanza. da parte loro, le delegazioni rivoluzionarie a Barcellona hanno elaborato una risoluzione che hanno inviato a tutti i giornali di Catalogna. Non sappiamo quale sorte sarà riservata a questa risoluzione di cui riportiamo il testo:

«Nel momento in cui il proletariato di tutti i paesi è ancora sotto l'impressione delle fucilazioni di Mosca, sotto la pressione della burocrazia soviettista, il governo democratico di Norvegia ha arrestato il compagno Trotzky. Il capitalismo mondiale non si accontenta dell'orgia di sangue offertagli dalla Russia come pegno del suo inserimento nel sistema capitalista. Reclama che anche chi, al fianco di Lenin, fu l'artefice della rivoluzione d'Ottobre, scompaia colle ultime vestigia della battaglia combattuta nel 1917 dal proletariato russo in nome e per conto del proletariato mondiale...

Al proletariato spagnolo che si trova oggi impegnato in una lotta terribile e verso il quale sono rivolti gli sguardi dei proletari di tutti i paesi, indirizziamo un vibrante appello. Quello di prendere la difesa del compagno Trotzky, scacciato da tutti i paesi, siano essi democratici, fascisti o soviettisti.

La sorte del grande rivoluzionario, la sua stessa vita, dipendono dal proletariato mondiale che deve far intendere la sua possente voce per impedire un nuovo crimine del capitalismo.

Le ultime notizie pervenuteci portano che il compagno Trotzky ha dovuto minacciare lo sciopero della fame. Questa l'unica arma che gli resta per difendere la sua vita contro questo attacco del capitalismo mondiale.

Proletari di Spagna, differenti delegazioni a Barcellona di organizzazioni comuniste che hanno salutato entusiasticamente la vostra lotta, vi domandano di prendere la difesa del compagno Trotzky, di aiutare i proletari degli altri paesi a salvarlo dagli artigli dei suoi carnefici.

La delegazione del Partito Operaio Internazionalista di Francia (IV Internazionale).

 La delegazione della Frazione Italiana della sinistra comunista.

La delegazione della Lega Comunista Internazionalista in Belgio (IV Internazionale)

La delegazione della Lega Comunista Italiana (IV Internazionale)

La delegazione del Partito bolscevico leninista di Cuba (IV Internazionale).

 

 

 

 

Constatazioni sintomatiche

 

«Solidarietà Operaia», commentando l’entrata nel governo di Catalogna dei tre rappresentanti della C.N.T., scrive testualmente: «La trasformazione sociale del regime non permetteva più la esistenza di un governo piccolo-borghese o di una coalizione socialisti-sinistra. Non restava altra soluzione». Forse la presa del potere da parte del proletariato e l’abbattimento del regime borghese? Nemmanco per sogno, tali idee peregrine non possono germogliare che nella testa di «controrivoluzionari» quali noi siamo e come tali ci si dice, battezzati in una risoluzione politica del POUM. «Nessun’altra risoluzione che quella di occupare il posto che ci corrispondeva per l’importanza che abbiamo», prosegue l’organo della C.N.T. E così gli anarchici hanno accettato tre portafogli di ministri … pardon! consiglieri che costituiscono il nuovo governo della Generalità, cioè il 25 p.c. del potere politico.

Vero gli è che poco prima avevano affermato, e in ciò li crediamo, rappresentare il 70 p.c. della forza sociale della Catalogna. Neppure la matematica sembrava essere il forte degli anarchici spagnoli: 70 p.c. = 25 p.c. Sembra che esagerino un po’. Siamo soddisfatti – continua il giornale anarchico – e nutriamo fiducia che il Consiglio saprà condurre a termine la sua missione. Non certo,  trattandosi di un governo al 75 per cento borghese, quella di instaurare il comunismo libertario o la dittatura proletaria. Ma indubbiamente una missione compete al Fronte Popolare, integrato dall’anarco-sindacalismo: quella di permettere lo schiacciamento del proletariato spagnolo. Intanto, l’asserita «dualità del potere» si è risolta con la soppressione delle ultime vestigia del potere proletario scaturita al fuoco della lotta dei primi giorni e colla entrata, in cambio di alcuni rappresentanti più o meno accreditati del proletariato nell’apparato statale, militare e poliziesco, in tal modo non scardinato ma rivalorizzato e consolidato, del nemico di classe. Si discioglie il comitato centrale delle milizie e con esso il servizio di polizia politica, cioè di classe, da esso istituito; si discioglie il comitato di economia, che tutti diventano semplici annessi dei rispettivi ministeri.

I portafogli assegnati alla C.N.T., tutti e tre riflettono un unico settore, quello economico, il più scabroso, e tocca così a loro, agli anarchici, di levare le castagne dal fuoco, per conto della borghesia, imponendo ai lavoratori più duri sacrifici. Ed infatti, le prime misure prese dai ministri, … pardon! consiglieri anarchici, sono state quelle di invitare gli operai a rinunciare alle 40 ore, agli aumenti dei salari, ad autorizzare il sequestro delle armi che ancora fossero in mano del proletariato. Per vincere il “fascismo” naturalmente, sotto il segno degli Azana, dei Largo Caballero e dei Companys.

A tale proposito ricordiamo infatti l’offerta della C.N.T. di entrare anche nel governo di Madrid – ciò che si verificherà e sarà il principio della fine – camuffato sia pure in un Consiglio Nazionale di Difesa ma presieduto sempre dal famigerato Caballero.

Associandosi infine, anzi promuovendo come hanno fatto a Barcellona, le accoglienze trionfali alle navi sovietiche, osannando alle dichiarazioni di Litvinof a Ginevra, l’anarco-sindacalismo avvalora e convalida la sporca manovra dell’U.R.S.S., attuata per meglio travolgere i proletari nel macello mondiale e di quell’U.R.S.S. contro il cui regime dittatoriale si erano fino ad oggi scagliati imputandogli il massacro di Kronstadt, la soppressione del movimento di Makhno, le persecuzioni continue contro gli anarchici russi.

La “Battaglia” – l’organo del POUM – esce molto maltrattato dalla censura malgrado che un suo rappresentante, Nin, detenga ora il dicastero della giustizia per «consacrare quello che il proletariato ha realizzato nella strada». Non sappiamo il tenore delle notizie censurate, ma a leggere quello che pubblica ci vien fatto di domandare se i nuovi censori, anarchici – oh, ironia delle cose! – compresi, compiano il loro dovere. Chi scrive, ai tempi che esercitava questa funzione, certe notizie non le avrebbe certo lasciate passare.

A mo’ d’esempio: sotto il titolo «Perché non lo hanno ancora fucilato?» l’organo del POUM – cui i fascisti hanno passato sotto le armi il segretario Maurin, sorpreso in una zona occupata dai ribelli – deplora che Primo de Rivera, capo dei fascisti spagnoli – ripetiamo, capo dei fascisti spagnoli – si trovi tuttora in carcere a Valenza. Perché non lo fucilano? Diamine: nel’attesa che scappi o che venga liberato per poter concorrere nel macello finale del proletariato spagnolo.

Sempre lo stesso giornale informa sul processo contro i militari «sediziosi» di Tarragona: un generale, un colonnello, qualche ufficiale inferiore. Il generale è naturalmente latitante, gli ufficiali subalterni hanno pagato anche questa volta il fio. Ma il colonnello, dov’è il colonnello? Ce lo dice il Presidente del Tribunale popolare: al fronte perché giudicato necessario per comandare una batteria. Con simili comandanti, si comprende facilmente perché le mura dell’Alcazar siano restate inviolate.

 

 

 

 

Settarismo o schematismo

 

In una postilla alla «Critica del Programma di Gotha» Engels parla del settarismo di Lassalle. Ora è risaputo che Lassalle preconizzava il connubio con la borghesia progressista (Bismark compresovi) per fare evolvere il movimento proletario sullo schema della lotta contro i junkers. E' altresì risaputo che Marx ha consacrato la Critica del Programma di Gotha ad una distillazione estremamente rigorosa del programma dovente servire alla fusione degli eisenachiani e dei lassalliani. A prima vista sembrerebbe dunque che Marx era il settario e Lassalle l'anti settario. Eppure è esattamente il contrario. Prendiamo, per spiegarci, gli attuali avvenimenti spagnoli.

Quali sono le leggi che reggono e determinano l'evoluzione degli avvenimenti? Quelle della lotta delle classi. Al di fuori di questo concetto fondamentale si cessa di essere marxisti, si perde il diritto di parlare agli operai, di lottare per la causa proletaria. Il 17 luglio la destra reazionaria passa all'attacco ed i proletari rispondono sul piano della loro classe, con una lotta che si svolge attraverso gli strumenti specifici della loro battaglia: lo sciopero generale che, per il fatto stesso che sconquassa il meccanismo economico del capitalismo, arresta il piano di attacco di Franco e compagni. Succede a questa prima fase un'altra fase che, evidentemente come la precedente, è retta dalla legge della lotta fra le classi. Il processo della situazione si complica ed i proletari che non hanno lo strumento specifico che possa guidarli, il partito, cadono vittime di un'ampia manovra che si sviluppa ai loro danni e che ottiene un successo totale. Qui il problema si pone: quale è il dovere del gruppo di avanguardia? Quello di affermare immediatamente che lo sviluppo della lotta proletaria non può ottenersi che sulla base di un'impostazione di classe, oppure l'altro di dire che, poiché esistono delle condizioni determinate - i fronti territoriali militari - il dovere dei proletari è quello di trasformare questi fronti in fucine della lotta di classe? Il marxista risponde che una volta entrati in una determinata posizione che è l'opposta di quella del proletariato, che è capitalista e non proletaria, inevitabilmente si è trasportati dagli avvenimenti e tanto più si svilupperanno le situazioni, tanto più si svilupperà altresì la manovra del nemico per trascinare al suo seguito le masse operaie. Il marxista dirà altresì che la sola condizione del successo consiste nel mantenere indistruttibile la base di classe sia pure in una trincea  che si esporrà agli attacchi delle masse oramai capitanate da quelli stessi che hanno potuto estirpare i proletari dalla loro base, ingannarli, ubriacarli per meglio farli assassinare.

Il settario per contro dirà: questo è il mio programma, io lotterò per esso. La questione della natura del fronte militare territoriale non è fondamentale e non mi impedisce di parteciparvi per fare sorgere da esso un'orientazione proletaria delle situazioni e questo sarà possibile perché le masse vi combattono per il trionfo del socialismo. Ancora: la questione della natura dello stato catalano non è fondamentale e questo non mi fa dire che tutte le istituzioni che si riallacciano direttamente od indirettamente a questo stato hanno una funzione politica e reale corrispondente alla natura capitalista di questo stato. Mi basterà che i proletari abbiano la possibilità di socializzare, di dirigere le milizie, di espropriare, e poiché tutte queste misure sono socialiste, io ho il dovere di incorporarmi il questo slancio proletario per portarlo a delle soluzioni sempre più avanzate. Infine non è vero che dal momento che la natura della macchina statale si stabilisce in base alle leggi dell'economia sulle quali essa si basa, che il postulato essenziale è quello della distruzione dell'ordigno di dominio del nemico, che quindi anche nell'ipotesi di un governo completamente composto di Poum, anarchici, anche se presieduto da Carlo Marx e da Lenin, poiché si tratta sempre del vecchio stato capitalista che non è distrutto, noi avremo una macchina che condurrà inevitabilmente al massacro dei proletari, dando un'impronta capitalista a tutte le altre istituzioni che esistono: le milizie, le fabbriche socializzate ecc. Il settario ha il suo programma e dice ai proletari che esso potrà farlo trionfare anche nel seno di istituzioni capitaliste.

Gli avvenimenti spagnoli hanno seguito il loro corso ineluttabile. Da una parte una folla di programmi che hanno oscurato la visione di classe degli operai spagnoli per renderli prigionieri del capitalismo e della sua manovra. Dall'altra parte la maggioranza della nostra frazione che afferma di non potere nulla inventare, di non potere sovrattutto trasformare le istituzioni nemiche in organismi di difesa del proletariato e che si diparte in definitiva da questa concezione fondamentale: la lotta di classe non può avere origine e sviluppo che da un ambiente di classe, e dal momento che la collaborazione di classe trionfa il proletariato è gettato nel vortice nemico.

Sotto la condiscendente benevolenza del capitalismo francese continua l'organizzazione dell'invio di proletari in Ispagna. Ancora una volta si sostituisce allo schema reale della lotta di classe che è internazionale, della solidarietà di classe che non può esprimersi che nella lotta contro il capitalismo di ogni paese, l'altro della concentrazione dei proletari in un solo settore della lotta. Per di più la manovra di imbottigliamento nel fronte nemico degli operai spagnoli, trova - nella calata dei proletari provenienti dagli altri paesi - una nuova possibilità di successo. Il settario è in definitiva quegli che basandosi sulla sua persona e non sulla classe rompe con il marxismo e con il proletariato.  

 

 

PROMETEO, n. 138,  1 novembre 1936