Il Giorno, 10 aprile 1973
Questa simpatica recensione di Giorgio Bocca al secondo volume della Storia della Sinistra Comunista 1919 - 1920 (erano precedentemente apparsi il primo volume nel 1964 ed un volume 1 bis nel 1966 ) ci è stato inviato da un nostro amico e la riproponiamo con piacere a tutti i nostri lettori.
Una testimonianza severa, esasperata
I «figli di Bordiga» e la nascita del PCI
E' uscito un libro anonimo, per le «Edizioni il programma comunista», che ci erano e ci restano sconosciute. E' uscito anonimo presso una editrice sconosciuta perché il suo autore vuol sapere se è possibile, in Italia, dare un serio contributo culturale, storico, indipendentemente dal nome e dall'immagine di un autore. Ebbene bisogna dirgli che non è possibile o che è molto rischioso; e conviene dire che questa «Storia della sinistra comunista 1919-1920» è stata scritta dal gruppo che si raccoglie attorno a Bruno Maffi per far capire in partenza al lettore medio che non siamo di fronte alla improvvisazione di un gruppuscolo che nasce e muore in sei mesi, ma alla documentazione poderosa e al serio lavoro di indagine dei «figli di Bordiga».
La storia della sinistra comunista è la versione bordighiana di come si prepara la scissione socialista del '21 e la nascita del partito comunista. E' una storia degli sconfitti, fatta con i documenti, con le opinioni, con i giudizi che la storia dei vincitori, dei comunisti gramsciani e staliniani ha spesso e volentieri taciuto. E' una storia di parte in cui ricorre ossessivamente l'aggettivo opportunista, affibbiato a tutti gli avversari di Bordiga; ma visto che da noi la storia viene scritta solo dai figli e dai nipoti allevati nel culto dei loro maggiori, conviene, almeno che siano ascoltate tutte. E ascoltare la storia dei figli e nipoti di Bordiga non è mai stato facile in Italia: primo, perché nei tempi dell'egemonia culturale comunista pronunciare quel nome era di per sé un'eresia; secondo, perché ora come allora ai figli di Bordiga si chiudono in faccia le porte degli archivi dei partiti comunisti e dell'Internazionale.
La fatica di Maffi e dei suoi compagni è stata dunque lunga e grande, la poderosa documentazione è stata messa assieme in anni di lavoro e gli studiosi gliene saranno grati. Perché il padre di cui si parla in questo libro non è poi l'ultimo arrivato nel movimento comunista italiano e internazionale, è quel Bordiga che primo fra tutti ha osato mettere in dubbio che in Russia si stesse costruendo proprio il socialismo, il primo a chiedere a Stalin se per caso non si costruisse un capitalismo di Stato; il primo a denunciare il cattivo «sport» di dare la caccia agli avversari, sport che metteva a repentaglio i risultati stessi della rivoluzione.
In questo saggio, ovviamente, si guarda in modo dissacrante, a Gramsci e al gruppo dell' «Ordine Nuovo»; con una parzialità, con un desiderio di revanche, con un bisogno di mettere le cose in chiaro certamente comprensibili, ma che a nostro avviso spesso oltrepassano il segno dell'equo. Ma non saremo certo noi a dolerci di storie appassionate, scritte per far rivivere i tempi passati e le loro lotte politiche come fossero cosa viva e non per condurci in visita al freddo museo della storia pseudoscientifica. Questa voce bordighista è esasperata, troppo severa, risentita? Può darsi, ma ecco finalmente il concerto delle voci, ecco la possibilità di un dibattito fra dissenzienti in luogo del solito finto dibattito fra gente che è d'accordo in partenza. Ecco un'opera che gli studiosi comunisti devono leggere e discutere.
«Storia della sinistra comunista, 1919-1920» - Edizioni il programma comunista - pag. 730 - L. 5000
Giorgio Bocca
Il Giorno, 10 aprile 1973