Bollettino di informazione (in francese), estate 1921
Questo scritto, praticamente sconosciuto, sugli "Arditi del Popolo" è tratto da un bollettino di informazione del Partito Comunista d'Italia della seconda metà del 1921 in lingua francese; la sua traduzione è opera nostra e siamo lieti di farlo conoscere ai nostri lettori.
In esso viene ribadita la posizione del partito tutto (che è quella della Sinistra) dopo qualche tentennamento (leggi l' "Ordine Nuovo") sulla questione.
Il tema richiederebbe molto spazio, che qui non abbiamo, e una analisi particolareggiata dei rapporti tra il partito italiano e l'Internazionale Comunista, che speriamo di riuscire a svolgere in futuro.
Qui ci limitiamo ad alcuni concetti chiave.
In una comunicazione dell'Esecutivo del Partito pubblicata su «Il Comunista» del 14 luglio 1921 è scritto:
«... il lavoro per la costituzione e l'esercitazione delle squadre comuniste deve dunque continuare ad iniziarsi dove ancora non lo si è affrontato, ma attenendosi al rigoroso criterio che l'inquadramento militare rivoluzionario del proletariato deve essere a base di partito, strettamente collegato alla rete degli organi politici del Partito; e quindi i comunisti non possono né devono partecipare ad iniziative di tal natura provenienti da altri partiti e comunque sorte al di fuori del loro partito. La preparazione e l'azione militare esigono una disciplina almeno pari a quella politica del partito comunista: Non si può ubbidire a due distinte discipline».
In un articolo dello stesso giornale del Partito del 7 agosto viene ribadito:
«L'inquadramento militare proletario, essendo l'estrema e più delicata forma di organizzazione della lotta di classe, deve realizzare il massimo di disciplina e deve essere a base di Partito. La sua organizzazione deve strettamente dipendere da quella politica del partito di classe. Invece la organizzazione degli "Arditi del Popolo" comporta la dipendenza da comandi la cui costituzione non è ben accertata, e la cui centrale nazionale, esistente malgrado non sia ancora agevole individuarne le origini, in un suo comunicato assumeva di essere al di sopra dei partiti (...). Oltre alla questione di organizzazione e della disciplina vi è quella del programma. Gli "Arditi del Popolo" si propongono a quanto sembra (...) di realizzare la reazione proletaria agli eccessi del fascismo con l'obiettivo di ristabilire "l'ordine e la normalità della vita sociale". L'obiettivo dei comunisti è ben diverso; essi tendono a condurre la lotta proletaria fino alla vittoria rivoluzionaria; essi negano che prima della definizione di questo conflitto, portato nella odierna situazione storica alla estrema risolutiva sua fase, si possa avere un assetto normale e pacifico della vita sociale; essi si pongono dal punto di vista dell'antitesi implacabile tra dittatura della reazione borghese e dittatura della rivoluzione proletaria. Questo esclude e dimostra insidiosa e disfattista ogni distinzione tra difensiva e offensiva dei lavoratori, colpiti non solo dalla materiale violenza fascista, ma anche da tutte le conseguenze della estrema esasperazione di un regime di sfruttamento e di oppressione, di cui la brutalità delle bande bianche non è che una delle manifestazioni inseparabile dalle altre».
Una cinquantina di anni dopo nella sua intervista ad Edek Osser (Rivista di storia contemporanea, n. 3, 1973) Amadeo Bordiga diceva:
«Posso oggi dichiarare (...) che la soluzione allora data al problema degli Arditi del Popolo si inserisce magnificamente nella nostra linea storica di sempre. Non solo non abbiamo nessun errore da riconoscere, ma seguendo la stessissima tradizione, ricordiamo di aver rifiutato più tardi ogni partecipazione ai Comitati di Liberazione Nazionale, come ai moti partigiani italiani e ai vari «fronti popolari» di infausta memoria, che hanno più recentemente prodotto effetti deleteri anche in Francia, in Spagna e in altri paesi».
Contemporaneamente alla nascita e allo sviluppo in Italia degli AdP, a Mosca l'I.C. tiene dal 22 giungo al 12 luglio del 1921 il suo III Congresso. Il Congresso è una netta ritirata rispetto al II; in esso viene lanciata la parola d'ordine "alle masse" e definito il fronte unico. In una seduta del 14 settembre 1921 del C.E. dell'I.C. viene criticata la decisione del C.E. del PCd'I di non partecipare al movimento degli "Arditi del Popolo". Il Partito italiano è comunque compatto; Terracini e Grieco, tra gli altri, difendono con articoli la posizione sostenuta e si difendono dagli attacchi dell'I.C.
Ancora, in seguito, nella seduta del C.E. dell'I.C del 24 gennaio 1922 viene costituita una commissione composta da Bucharin, Misiano e Rakosi incaricata di redigere una lettera al PCd'I affinché esso «in futuro, in una situazione simile - prendesse - una posizione diversa, - e formasse - il fronte unico nel movimento di massa».
L'esecutivo del partito Italiano non cambierà posizione e verrà sostituito in toto nel 1923, per ordine dell'I.C., con elementi più remissivi ed obbedienti. Sarà l' inizio della stella Gramsci e della controrivoluzione.
L'apparato illegale del PCd'I, finché il partito fu diretto dalla sinistra non venne mai colpito a fondo e/o smantellato dal fascismo e suo responsabile fu Bruno Fortichiari il cui nome di battaglia era Loris.
L'inquadramento militare comunista del proletariato
e gli "Arditi del Popolo"
Nel mezzo del lavoro per i compiti multipli che gli incombevano, il Partito Comunista, con l'aiuto della Federazione Giovanile si è dedicato alla preparazione militare rivoluzionaria delle masse.
All'inizio del mese di luglio, mentre la lotta con i fascisti, lungi dal calmarsi per il risultato delle elezioni, come si aspettava la bestia socialdemocratica, raggiungeva la sua fase più acuta, in certe città italiane tra cui Roma, si formarono delle organizzazioni per la difesa operaia a cui parteciparono i vecchi combattenti, e i vecchi «arditi» (soldati delle truppe d'assalto) che non erano sotto l'influenza del «fascismo». Questi gruppi presero il nome di «arditi del popolo». Gli operai comunisti accolsero con grande simpatia questo movimento, vi presero parte in più luoghi ed ebbero luogo delle azioni combinate, organizzate più o meno indipendentemente, tra arditi del popolo e comunisti.
I comunicati che seguono del C.E. del partito, spiegheranno sufficientemente i motivi che ci consigliarono a non rinunciare alla nostra propria organizzazione di lotta comunista, e a mantenere verso il movimento degli «arditi del popolo» un atteggiamento molto riservato.
Per l'inquadramento delle forze comuniste
Sulla base del lavoro sviluppato fino ad oggi in molte località per l'inquadramento di tipo militare degli iscritti e simpatizzanti del Partito Comunista e della Federazione della Gioventù comunista, alla luce delle esperienze che ne sono risultate, la Centrale del Partito e quella della Federazione giovanile preparano un comunicato che conterrà le norme da seguire ovunque in questo indispensabile lavoro di organizzazione e preparazione rivoluzionaria.
Nell'attesa, in molti luoghi italiani sorgono iniziative simili da parte di elementi che non dipendono dal partito Comunista e ai quali il partito Comunista non partecipa ufficialmente.. Di conseguenza esso non è responsabile di loro, e avverte tutti i compagni di restare in attesa di queste disposizioni prima di assumere degli impegni locali che contrastano con le direttive generali del Partito.
Questo significa che il lavoro per la costituzione delle squadre comuniste deve continuare dappertutto ed essere iniziato nei luoghi dove non è stato ancora iniziato, conformandosi sempre al criterio rigoroso che l'inquadramento militare rivoluzionario del proletariato deve essere costituito sulla base di Partito, strettamente unito agli organi politici del partito. Dunque i comunisti non possono e non devono partecipare a iniziative di tal natura provenienti da altri partiti o sorte in una qualunque maniera al di fuori del loro partito.
La preparazione e l'azione militare esigono una disciplina almeno uguale a quella politica del Partito Comunista. Non si può obbedire a due discipline distinte. Il comunista quindi, come il simpatizzante che si sente realmente legato al partito (chi non milita nel partito per «riserve disciplinari» non merita la definizione di nostro simpatizzante) non possono e non devono dipendere da altre organizzazioni politiche e ancora meno da organizzazioni con inquadramento di tipo militare.
Nell'attesa di disposizioni più precise, che del resto si perfezioneranno con la pratica, la parola d'ordine del Partito Comunista ai suoi aderenti e a quelli che lo seguono è questa: Formazione di squadre comuniste, dirette dal partito Comunista, per la preparazione, l'allenamento, l'azione militare rivoluzionaria, difensiva e offensiva del proletariato.
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Il partito politico di classe deve lavorare con la sua organizzazione a compiti multipli e deve creare gli organi propri a tutte le sue funzioni.
Uno dei primi compiti del partito è di natura ideologica e politica, consistendo nella formazione della coscienza sociale e storica dell'avanguardia della classe lavoratrice, che critica e interpreta gli avvenimenti per trarne le esperienze utili ai suoi fini rivoluzionari. Nella sua funzione di tracciare le conclusioni generali alla quali così si giunge, il partito appare come un organo di discussione e di deliberazione (nella sua rete internazionale) e a ciò corrisponde una struttura organizzativa sulla base di una democrazia interna con il criterio della preponderanza dell'opinione delle maggioranze, che si formano nelle Sezioni, nei Congressi provinciali, nazionali e internazionali.
Da questo compito di ordine consultativo e deliberativo si passa, per un concatenamento logico, a compiti Esecutivi, come dalla teoria del partito e dei principi generali che ne reggono la tattica si passa all'applicazione nell'azione. Qui intervengono dei criteri organizzativi di disciplina e di gerarchia che si accentuano nella misura in cui lo sviluppo generale della lotta proletaria, dall'epoca della critica teorica passa a quella della propaganda e del proselitismo e infine a quella dell'azione e del combattimento rivoluzionario.
In questo secondo ordine di funzioni e di organi può intervenire ancora una distinzione utile che risulta da quanto diciamo. Fino a che il partito non è in presenza di necessità immediate di una azione «militare», sarà sufficiente che abbia una rete esecutiva di incarichi disciplinari e gerarchici che provvedano alla propaganda, al proselitismo, alla stampa, all'attività sindacale, elettorale e similia.
A questo fine ogni Sezione avrà un Comitato esecutivo che dirigerà tutta l'azione sulla base dei deliberati delle assemblee e dei Congressi superiori, e un Congresso esecutivo sarà anche emanazione dei periodici Congressi provinciali, nazionali ed internazionali. Tuttavia non è sufficiente, come si è ritenuto fino ad oggi nei partiti tradizionali, delegare l'esplicazione dell'attività del partito a questi Comitati speciali (redazioni, eccetera), o occasionali (per le elezioni o altre agitazioni). Anche questa prima rete esecutiva normale deve essere completata da un inquadramento più esteso, che utilizza sotto la direzione di Comitati competenti, l'opera di tutti gli iscritti al partito secondo le loro capacità. Alla concezione borghese secondo cui il fatto di militare in un partito si limita a impegnare la propria adesione ideologica e il proprio voto politico e a pagare una quota in denaro, si sostituisce quella che chi aderisce al Partito comunista deve dare in modo continuo la sua attività pratica secondo le esigenze del partito.
Ciò si realizza con l'inquadramento di Tutti gli iscritti al partito e alla Federazione giovanile, effettivi o candidati, nei gruppi locali anche più ristretti delle Sezioni, che nominano il loro capo salvo conferma da parte del Comitato esecutivo della Sezione. Questi gruppi composti da compagni che vivono in un paese, quartiere o gruppo di case vicine, è a disposizione continua del partito per il lavoro di propaganda, distribuzione di giornali e stampati del partito, proselitismo, attività elettorale, informazioni, partecipazione a dimostrazioni del partito, ecc.
Tutte le sezioni comuniste, d'accordo con le sezioni giovanili, che non lo avessero già fatto, sono obbligate a provvedere alla suddivisione dei loro associati senza distinzione di sesso, età, o attitudine fisica, in questi gruppi che devono nominare il loro capo.
Deve essere possibile all'Esecutivo della sezione convocare questi capi in uno spazio di tempo molto breve, in modo di poter chiamare con sicurezza in breve tempo tutti gli associati del partito ad azioni determinate. Il partito deve poter contare al più presto su questo inquadramento.
Inquadramento militare
L'organizzazione sarà suddivisa in provincie, zone, compagnie e squadre.
Alla testa dell'organizzazione militare in tutte le provincie ci sarà un fiduciario nominato d'accordo tra il Comitato esecutivo della Federazione degli adulti e quello della Federazione giovanile, nella persona di un compagno fedele al partito e con la competenza tecnica necessaria.
Le squadre sorgeranno in tutte le Sezioni del partito e della federazione giovanile. A questo fine tutte le sezioni di adulti e giovani (d'accordo tra di loro quando siano presenti entrambi in uno stesso luogo) nomineranno, tramite il loro C.E., un fiduciario locale provvisorio che si incaricherà della scelta degli elementi adatti ad essere organizzati nelle squadre. Esse saranno costituite: da tutti i compagni adulti effettivi o candidati o giovani che non abbiano impedimenti fisici a questa funzione, e da simpatizzanti non iscritti ad altri partiti politici, di provata fedeltà al nostro partito e che si impegnino formalmente alla più stretta disciplina.
Sarà compito del fiduciario provinciale di dividere le provincie in zone e nominare i capi di zona, che saranno ratificati dai Comitati provinciali riuniti. D'accordo con questi il fiduciario provinciale procederà a raggruppare in Compagnie le squadre costituite in ogni zona e a nominare i comandanti di compagnia.
Le squadre non possono avere più di dieci componenti. Le compagnie possono comprendere da cinque a dieci squadre. Nel periodo di organizzazione dell'inquadramento si ammettono le composizioni di effettivi diversi, salvo poi la sistemazione definitiva.
Soltanto gli effettivi del Partito e della Federazione giovanile possono essere nominati capi di squadra. La nomina del fiduciario provinciale deve essere ratificata dal Comitato Esecutivo nazionale del Partito e della Federazione giovanile.
Le grandi città sono considerate come zone e il capo di zona può essere lo stesso fiduciario provinciale.
Disposizioni più precise sull'inquadramento saranno comunicate alle Federazioni e alle Sezioni. Da questo momento si stabilisce che ci si deve basare sulla più severa disciplina e sullo spirito di sacrificio di tutti coloro che vi prenderanno parte. Si deve organizzare sistematicamente una vera istruzione tecnica delle squadre con esercitazioni periodiche per completare la loro preparazione ad ogni tipo di movimento.
Quando la rete sarà sufficientemente diffusa, tutti gli ordini del Partito saranno trasmessi attraverso la stessa via, dal centro alla periferia, sia per le norme regolamentari precise che per gli obiettivi dell'azione da sviluppare.
Nessun associato del partito o della Federazione giovanile può far parte di altri organismi simili che non siano quelli costituiti e diretti dal partito.
Noi attendiamo che in questo campo tutti i compagni indistintamente si mettano al lavoro con il più grande slancio per dare al partito una forza reale e una capacità effettiva di azione. Il proletariato non può contare per la sua emancipazione che sulla sua forza, organizzata e disciplinata.
Rapporti con gli «Arditi del Popolo»
Malgrado le disposizioni chiare e precise emanate per la formazione dell'inquadramento comunista, che non rappresentano una improvvisazione sportiva, ma corrispondono a un lavoro iniziato da più mesi, specie nei ranghi della gioventù comunista, più compagni e qualche organizzazione del partito propongono con insistenza e qualche volta effettuano la partecipazione di comunisti adulti e giovani ad altre formazioni di iniziativa estranea al nostro partito. come gli «Arditi del Popolo» o, al posto di mettersi al lavoro nel senso indicato dagli organi centrali, prendono perfino l'iniziativa di costituire dei gruppi locali di «Arditi del Popolo».
Si richiamano questi compagni alla disciplina, e si deplora che militanti comunisti, che in ogni circostanza devono dar prova di sangue freddo e fermezza nella stessa misura della loro risolutezza rivoluzionaria, si lascino condurre da risoluzioni romantiche e sentimentali che possono indurre a gravi errori e a conseguenze pericolose.
Per illustrare questo perentorio richiamo alla disciplina, noi ricordiamo a questi compagni le evidenti ragioni comuniste che conducono alle direttive che abbiamo adottato, indipendentemente dai fatti particolari, che risultano agli organi centrali responsabili della linea di condotta da seguire in situazioni con valore nazionale.
L'inquadramento militare proletario che è l'estrema e la più delicata forma di organizzazione della lotta di classe, deve realizzare il massimo di disciplina e deve essere a base di Partito. La sua organizzazione deve dipendere strettamente da quella politica del partito di classe. Al contrario l'organizzazione degli «Arditi del popolo» comporta la dipendenza da comandi la cui costituzione non è ben assicurata, la cui centrale nazionale, che esiste malgrado non sia ancora facile individuarne l'origine, in uno dei suoi comunicati affermava di essere al di sopra dei partiti e invitava i partiti politici a non interessarsi «dell'inquadramento tecnico militare del popolo lavoratore», la cui direzione e controllo resterebbero confidati a poteri indefinibili e sottratti all'influenza del nostro Partito. Il Partito Comunista è quello che per definizione si propone di inquadrare e dirigere l'azione rivoluzionaria delle masse; ciò che origina una evidente e bruciante incompatibilità.
Oltre alla questione dell'organizzazione e della disciplina c'è quella del programma. Gli «Arditi del Popolo» si propongono, a quanto sembra (anche se in questo movimento - si tende a mettere la costituzione dell'organizzazione più in evidenza della definizione degli obiettivi e delle finalità, cosa di cui è facile comprendere i pericoli) di spingere la reazione proletaria contro gli eccessi del fascismo, nel fine di ristabilire «l'ordine» e la normalità della vita sociale. L'obiettivo dei comunisti è ben diverso. Essi tendono a condurre la lotta proletaria fino alla vittoria rivoluzionaria; essi negano che prima della risoluzione di questo conflitto, portato dalla situazione storica attuale alla sua fase estrema e risolutiva, si possa avere una sistemazione normale e pacifica della vita sociale; essi si mettono dal punto di vista dell'antitesi inesorabile tra la dittatura della reazione borghese e la dittatura della rivoluzione proletaria. Ciò esclude e dimostra insidiosa e disfattista ogni distinzione tra la difensiva e l'offensiva dei lavoratori, colpiti non solo dalla violenza materiale fascista, ma anche da tutte le conseguenze dell'estrema esasperazione di un regime di sfruttamento ed oppressione di cui la brutalità delle bande bianche non è che una delle manifestazioni inseparabile dalle altre.
Queste considerazioni che non dovrebbe essere necessario ricordare a dei comunisti, e che la pratica conferma e confermerà, hanno spinto gli organi centrali del Partito Comunista a iniziare la costituzione di un inquadramento comunista proletario indipendente. Non si sono allontanati dal loro lavoro per l'apparizione di altre iniziative che, finché agiranno nello stesso senso della nostra, non saranno certamente considerate come avversarie, ma la cui grande popolarità apparente non ci allontanerà dal compito specifico che dobbiamo assolvere contro tutta una serie di nemici o di falsi amici di ieri e di domani.
Noi non possiamo non deplorare che dei compagni comunisti si siano messi in contatto con gli iniziatori di Roma degli «Arditi del Popolo» per offrir loro attività e domandare istruzioni.
Se ciò dovesse ripetersi, saranno adottate le misure più severe.
I compagni devono comprendere tutto questo ed essere strettamente sottomessi agli ordini, dei quali la Centrale del Partito dona la spiegazione per quanto possibile.
BULLETIN de renseignements pour les camerades étrangers du parti Communiste d'Italie (Section de l'Intern. Commun.)
I année, n. 5-9, Milan: Juin -Juillet -Aout - Septembre. 1921 Edition francaise