Formia, 18 ottobre 1969
Alla data di questa lettera Bordiga viveva a Formia in una casa in riva al mare con la seconda moglie Antonietta De Meo.
Bordiga aveva abbandonato Napoli dopo essere stato colpito da un ictus cerebrale; a Formia, in condizioni climatiche più salubri, sperava di potersi rimettere, cosa che avvenne solo parzialmente. Continuò a coltivare i suoi interessi e mantenne i contatti con i compagni. Anche la corrispondenza che intratteneva continuò: le lettere venivano scritte a mano, sotto dettatura, dalla moglie ed egli vi apportava poi la firma. Come si può leggere da questa lettera i suoi ricordi e la mente erano ancora perfettamente validi e lucidi.
I due lavori di Michele Fatica cui Bordiga si riferisce all'inizio della lettera sono: «Il movimento socialista napoletano tra la fine dell'età giolittiana e il congresso di Ancona» (Critica storica, n. 3, 31 maggio 1967) e «La settimana rossa a Napoli» (Critica storica n. 4 e 5, 1968), lavori che sfoceranno poi nel 1971 nel bel libro «Origini del fascismo e del comunismo a Napoli [1911-1915]», (La Nuova Italia, Firenze, 1971).
Ringraziamo Michele Fatica che ci ha permesso di inserire nel sito e quindi rendere pubblica questa lettera.
Formia 18.10.1969
Caro Michele Fatica,
ti chiedo scusa di aver fatto passare tanto tempo per rispondere alla gradita tua lettera che risale nientemeno che al 26 giugno.
Avevo già ricevuti ed apprezzati i tuoi due lavori estratti da Critica Storica; uno sul movimento a Napoli tra l'età giolittiana e il Congresso di Ancona (elezioni amministrative 1914) l'altro sulla settimana rossa a Napoli.
Condivido i giudizi che dai nella tua lettera sulla situazione sociale di Napoli e i primi moti operai di allora nelle industrie meccaniche che lavoravano per materiale bellico, e comprendo il tuo progetto di scrivere sul tema del socialismo a Napoli negli anni 1914-1915 come contributo alla preistoria del P.C.d'I.
Ricordo come te Gerardo Turi, valente compagno pieno di fede di entusiasmo e di spirito di sacrificio. Con lui ci volevamo un gran bene reciproco. Suo amico inseparabile era altro compagno Sole di cui mi sfugge il nome di persona.
Dato il tema che hai abbracciato ti sarebbe utile poter rintracciare il settimanale socialista intitolato «Il Lavoro» che era organo della sezione socialista di Portici, aderendo alla quale io nel 1910 entrai nel Partito Socialista e nella Federazione Giovanile Socialista. Non so come tu possa trovarlo; noi abbiamo trovato alla Biblioteca Nazionale di Firenze la serie dei giornali: «Il Socialista» del 1914, e infine «Il Soviet» e «L'Avanguardia» nella quale scriveva anche Gerardo Turi.
Vengo ora ai quesiti che tu mi poni, raccogliendo al meglio i miei antichi ricordi.
1) La lettera di Mussolini al Socialista che primo aveva stigmatizzato le sue oscillazioni belliciste, è stampata con tutta la data nella Storia della Sinistra, ma non nel volume I, bensì nel volume Primo bis, che si può richiedere a Milano, Programma Comunista, casella postale 962.
2) Vi furono contatti fra noi e il gruppo milanese Agostini, Repossi, Fortichiari, Zanella fin dal tempo del Congresso di Reggio Emilia del luglio 1912 di cui sarebbe importantissimo trovare i verbali delle riunioni della frazione intransigente.
3) Per quanto riguarda i torinesi posso solo indicarti che nel 1915 si stabilì a Torino, in quanto disertore dal servizio di guerra, l'altro nostro ottimo compagno Antonio Natangelo, operaio metallurgico, che si celava sotto il nome di Antonio Belfiore, ed è stato nelle nostre ristrette file fino alla sua morte avvenuta a Firenze circa nel 1960. Cito Natangelo perchè so che come Maria Giudice militava nella frazione dei rigidi. E' ben chiaro che solo in tempo successivo si sente parlare dell'Ordine Nuovo di Gramsci, e di Togliatti. Il gruppo dell'Ordine Nuovo nel 1919 viene subito criticato in polemica dal Soviet, come è ampiamente riferito nel recentissimo n. 17 del nostro Programma Comunista che spero tu segua.
4) Nelle Ferrovie dello Stato io entrai a principio del 1913 quale sotto ispettore avventizio della Divisione Lavoro di Napoli. Dopo lo sciopero ferroviario del 1914 fui estromesso non con l'espediente del dimissionamento dall'alto applicato a Misiano, Borraccetti ed altri, ma speculando su di una clausola che rendeva provvisoria la mia figura di ingegnere ferroviario.
Vengo ora al principale obbietto di questa lettera: il compagno rag. Fortunato La Camera, via Monte S. Michele 19-21, Cosenza 87100 ha visto i tuoi opuscoli e desidera diffonderli tra i compagni ma non è riuscito ad ottenerli dalla casa editrice di Messina e Firenze: Ecco perchè io e lui ti preghiamo vivamente di spedirgli 10 copie di ciascuno dei due contrassegno, come meglio credi.
Io resto qui a Formia definitivamente, perchè la mia salute migliora e non mi conviene di tornare a Napoli.
Sarei ben lieto di incontrarti avendo parlato di te con amici e compagni tra i quali ti indico Bice Perrone Durazzo, via Ruggiero Fauro 18, Roma, tel. 804753.
Cordiali affettuosi saluti
Amadeo Bordiga