Cerca nel sito



 


archivio > Gli scheletri nell'armadio>Risoluzione per la espulsione di Amadeo Bordiga

aggiornato al: 10/09/2007

da Lo Stato Operaio, anno IV, n. 3, marzo 1930.

La decisione dell'espulsione di Amadeo Bordiga dal Partito Comunista d'Italia venne presa dal C.C. del P.C.d'I. riunitosi a Liegi il 20 marzo 1930. L'espulsione fu approvata alla unanimità dei membri del C.C. I punti in base ai quali Bordiga fu espulso vennero proposti da Togliatti e la risoluzione che qui ripubblichiamo apparve in:  Lo Stato Operaio,  anno IV, n. 3, marzo 1930.
Precedentemente Bordiga era stato espulso nel febbraio del 1929 dal collettivo comunista dell'isola di Ponza (dove era confinato) per aver difeso Leone Trotsky: centodue militanti si erano schierati per una risoluzione che definiva Trotsky "uno dei nemici aperti dell'Internazionale comunista" e trentotto, con Bordiga, si erano invece opposti ad essa.

Risoluzione per la espulsione di Amadeo Bordiga

Il comitato centrale del Partito comunista d'Italia,
considerato che la IX riunione plenaria del Comitato esecutivo della Internazionale comunista ha deciso che la adozione e la difesa dei punti di vista della opposizione trotzkista non è compatibile con la permanenza nelle file della Internazionale comunista e delle sue sezioni, decisione che è stata confermata dal VI congresso mondiale;
considerato che Amadeo Bordiga ha sostenuto, difeso e fatto proprie le posizioni della opposizione trotzkista ed è l'esponente di una corrente che fa capo a questa opposizione;
considerato che le posizioni ideologiche e politiche di questa corrente non solamente sono in contrasto profondo, di carattere programmatico, con la linea politica della Internazionale e del Partito, ma tendono oggi a coincidere con le posizioni opportuniste e liquidatrici delle correnti di destra che la Internazionale e il Partito combattono con il più grande accanimento;
considerato che la opposizione trotzkista è oggi di fatto una formazione controrivoluzionaria la quale conduce sistematicamente la lotta contro il comunismo e contro la Unione soviettista, per spezzare le file del Partito mondiale della rivoluzione,
considerato che A. Bordiga ha dato le direttive e ha svolto un attività frazionistica di disgregazione del Partito e che a lui si richiamano i peggiori elementi disgregatori, che il Partito ha cacciati come nemici,
considerato che A. Bordiga, finito il periodo di tre anni di deportazione, si è comportato in modo non degno di un comunista e di un combattente della rivoluzione proletaria,
dichiara A. Bordiga espulso dalle file del P.C.d'Italia, chiedendo al C.E. della I.C. di ratificare questa decisione,
pone all'ordine del giorno del Partito la lotta per la liquidazione definitiva dei residui dell'infantilismo sedicente estremista, il quale non è altro che una forma di opportunismo, che impedisce al Partito di riconoscere e di adempiere i propri compiti di guida della classe operaia nella rivoluzione.