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archivio > Articoli su Bordiga>E. G. recensione a: "Né con Truman Né con Stalin" (Le Monde Diplomatique-Il Manifesto, gen. 2011)

aggiornato al: 16/07/2011

Le Monde Diplomatique - Il Manifesto, gennaio 2011

Dopo la recensione di Diego Giachetti, ospitata poco tempo fa, offriamo ora ai nostri lettori un'altra recensione, sintetica e sbrigativa, apparsa sul numero di gennaio 2011 di «Le Monde Diplomatique» (supplemento a «Il Manifesto»), al libro «Né con Truman Né con Stalin» pubblicato dalla casa editrice Colibrì nel 2010.

 

 

Né con Truman né con Stalin

Storia del Partito Comunista Internazionalista

Sandro Saggioro

Edizioni Colibrì, 2010, 22 Euro

 

Sandro Saggioro l'autore di questo lavoro racconta la storia del Partito comunista internazionalista dal 1942, data della sua nascita, fino al 1951-52 data in cui avviene una scissione che darà vita a due tronconi, uno che farà riferimento al gruppo milanese di Onorato Damen che terrà Battaglia comunista la testata del partito; l'altro di cui la figura cardine è Amadeo Bordiga, che darà vita a un altro giornale il programma comunista. Entrambi si dichiarano la diretta continuazione del Partito comunista d'Italia fondato nel 1921 a Livorno da Amadeo Bordiga. Nel volume un'appendice con documenti conosciuti, rari e inediti, finalmente contestualizzati. Il titolo di questo libro è tratto da un articolo del 1949 di Battaglia comunista «Noi non marceremo né con Truman né con Stalin», la posizione è chiara e per il tempo unica, non ci si schiera con i vincitori «d'oriente e d'occidente» del 2° conflitto mondiale. Il capitale «democratico» aveva vinto quello «totalitario», le prospettive di sviluppo sia per i vincitori che per i vinti erano promettenti, svanite le possibilità di un cambiamento rivoluzionario che poteva prodursi solo a seguito di determinati processi oggettivi. Questa impostazione deterministica, sostenuta da Bordiga, con le conseguenti scelte tattiche e strategiche saranno all'origine di laceranti dibattiti all'interno del Pc Internazionalista. La questione sindacale, quella elettorale e parlamentale, dell'organizzazione e della sua attività teorica, la natura dell'Urss, l'attivismo, l'internazionalismo proletario saranno temi su cui non si troverà una visione comune e, con gli inevitabili personalismi, si arriverà alla rottura di questa formazione. Sandro Saggioro «ritiene ancora impareggiabile e fondamentale il contributo di Amadeo Bordiga, che però si dispiegherà compiutamente soprattutto dal momento in cui questa narrazione finisce e proseguirà poi fino alla sua morte nel 1970», non ci resta che aspettare il seguito di questa storia.

 

E.G.

 

Le  Monde diplomatique Il manifesto, gennaio 2011