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archivio > Articoli su Bordiga>Giovanna Delfini, Povera Ustica isola perseguitata (La Repubblica, 11 ottobre 2000)

aggiornato al: 06/09/2010

La Repubblica, 11 ottobre 2000

Un interessante articolo di Giovanna Delfini sui confinati politici a Ustica in periodo fascista con alcune notizie (non inedite) su Bordiga.

 

 

POVERA USTICA ISOLA PERSEGUITATA

A proposito di una storica fotografia di confinati politici

 

La Repubblica, il 30 settembre, ha pubblicato una fotografia molto bella dove sono riconoscibili quattro noti antifascisti: Fabrizio Maffi, Giulio Montelatici, Giuseppe Berti, Cesare Marcucci, che soffrirono il confino sotto la dittatura. La didascalia riportava: «Un gruppo di confinati politici nell'isola di Ventotene nel 1942». Il quotidiano, sull'onda dell'attualità politica, è incorso in un errore abbastanza frequente: scambiare Ustica con altre isole.

La foto era stata scattata (ed è documentato) a Ustica nel 1927, forse nel marzo, da Amadeo Bordiga che, ironia della sorte, aveva scritto sul retro di suo pugno: «Visto per l'identità dei fessi fotografati il f(esso) fotografante, A. Bordiga». L'errore sarebbe di per sé abbastanza comune e non varrebbe certo la pena di farlo notare se non fosse che, studiando gli anni del confino, ho riscontrato che troppo spesso Ustica è la grande dimenticata. Mi sono spesso chiesta il perché e sono arrivata alla conclusione che non è un fatto del tutto casuale, ma conseguenza di un nostro modo di usare la storia di quegli anni per giustificare e mettere in risalto unicamente il presente.

Quando nel novembre del 1926, con decreto legge, fu istituito il confino di polizia, per isolare il dissenso politico, Ustica fu tra le prime adattate all'uso, anzi ci dice Riccardo Bauer, nella sua autobiografia, che la milizia era stata mandata nell'isola «ad organizzarvi la colonia di confinati assai prima che l'attentato Zaniboni provocasse i provvedimenti speciali». Finito il fascismo, però, della primissima colonia confinaria di Ustica si è parlato pochissimo. E' ricordata qualche volta solo per i 44 giorni che vi passò Gramsci. Bordiga, ricordando Ustica e l'amico-avversario Antonio Gramsci, raccontava in un'intervista rilasciata nel 1970 [recte 1969]: «In quel periodo, allorché con un uditorio di altri confinati veniva in discussione un problema che interessasse i nostri principi e il nostro movimento, Antonio ed io, come per una tacita intesa, ci offrivamo di illustrare ai presenti la visione che l'altro propugnava sul tema esaminato. Con ciò è chiaro che nessuno dei due  voleva in qualche modo attenuare il proprio dissenso dal pensiero dell'altro e della sua corrente. La doppia esposizione si concludeva di regola con una reciproca conferma, chiesta ed ottenuta, di avere bene interpretato l'insieme delle concezioni dell'altro».

Chi oggi si arrischierebbe ad affidare l'esposizione della propria idea all'avversario politico, fosse pure un amico? Negli otto chilometri quadrati dell'isola furono allora concentrate persone di tutti i partiti, di tutte le idee politiche, di tutte le classi sociali e di tutte le religioni, persone che forse non si sarebbero neppure mai incontrate, ma che furono costrette a organizzarsi e a collaborare per sopravvivere.

Le rappresentanze dei vari partiti erano naturalmente diverse: pochissimi dissidenti fascisti (fra cui va ricordato Alfredo Misuri), pochissimi popolari, pochi liberali, moltissimi comunisti fra cui Gramsci (che nonostante la breve permanenza lasciò forte la sua impronta), Bordiga, Montelatici, Marcucci, Maffi, Berti, Sorgoni, Griffith, Tucci, e fra loro anche due donne: Anita Pusterla ed Egle Gualdi a cui (lo ricordiamo solo per smentire una volta in più il mito della «villeggiatura») fu amputata una gamba per mancanza di cure mediche. C'erano moltissimi socialisti fra cui Romita, Schiavello, Sbaraglini, Massarenti insieme a quasi tutto il mitico gruppo di Molinella fra cui spiccava l'operaio Bentivogli trucidato dai tedeschi nel 1945. Vi era un solo repubblicano, Angeloni, morto poi combattendo in Spagna a fianco di Carlo Rosselli. Moltissimi gli anarchici fra cui Gino Bibbi morto centenario l'anno scorso a Carrara. E poi vi erano i grandi personaggi che sfuggono ancora oggi a qualsiasi etichetta politica come Riccardo Bauer, Carlo e Nello Rosselli, Ferruccio Parri.

In quel periodo (1926-28) l'isola si trasformò in un vero e proprio laboratorio politico. Furono pensate e inventate strutture, sia politiche sia economiche, che permetteranno, anche in altri luoghi di confino e di pena, la «resistenza lunga», quella che salverà la coscienza della nazione italiana e preparerà la Resistenza armata del 1943-45.

Nel 1997 nasceva il Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica che molto si è attivato e si attiva per far conoscere la storia dell'isola, quella storia locale ma non localistica che per vari motivi si è allargata e si allarga alla storia nazionale ed europea. Il centro studi ha appena promosso, con la collaborazione del professor Zeffiro Ciuffoletti, e attuato grazie al comune di Ustica e della Regione Sicilia , un convegno, il primo a livello nazionale, su Nello Rosselli.

Il Centro pubblica anche, nella ristrettezza dei suoi mezzi finanziari, un periodico, Lettera, diretto da Massimo Caserta.

 

Giovanna Delfini

 

La Repubblica, 11 ottobre 2000