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archivio > Archivio sulla sinistra>Le menzogne convenzionali (Battaglia comunista, n. 13, 2 giugno - 3 agosto 1952)

aggiornato al: 20/08/2010

Battaglia comunista, n. 13, 2 giugno - 3 agosto 1952

Continuiamo, in questo agosto che volge stancamente alla conclusione, nella riproposizione (come negli ultimi due inserimenti) di un bel vecchio articolo di una sessantina di anni fa dove si parla di Arditi del Popolo e di  partigiani, argomenti che abbiamo già affrontato numerose volte.

Utile la rilettura di quanto è presente nella sezione saggi e inediti sull'argomento, un testo cioè del 1921 intitolato «L'inquadramento militare comunista del proletariato e gli "Arditi del Popolo».

 

Le menzogne convenzionali

 

Gli scrittori marxisti di storia hanno sempre rifiutato, nei riguardi degli avversari, di porsi come «osservatori obiettivi» di fronte agli avvenimenti storici presi ad esporre. Nella comune accezione dei letterati, storici ecc. non marxisti, o dichiaratamente antimarxisti, obiettiva sarebbe la posizione di imparzialità apartitica osservata dallo scrittore nei confronti degli opposti agenti storici. Postulando il principio della lotta di classe alla base di tutto il complesso e complicato processo storico, il marxismo non può avallare il pregiudizio degli storici borghesi e deve apertamente sostenere che lo storico rivoluzionario, esponendo gli avvenimenti reali, svolge un lavoro che mira a convergere con la lotta di classe del proletariato contro il nemico borghese. Nulla è quindi più lontana che la "imparzialità obiettiva" dallo storico marxista. Ma ciò significa che i marxisti debbano travisare i fatti, raccontarli alla rovescia, o addirittura inventarne di falsi? Il quesito è diretto a quello scribacchino (a sua volta ex fascista) dell' Unità  che, da qualche settimana, sta conducendo una "inchiesta" (dopo 30 anni?) sul fascismo.

Costui, parlando da par suo della costituzione degli Arditi del Popolo, avvenuta nel 1921, incorre deliberatamente in una spudorata falsificazione, (veramente si tratta di un insieme di falsità) e trae un giudizio conclusivo, che vuole essere critico, ma rivela l'obbligo di mentire che lo stalinismo impone ai suoi servi. Infatti, chiunque potrebbe vedere facilmente come la idiota pretesa di combattere il totalitarismo borghese con formule tattiche interclassiste, che il nostro diffamatore di turno esalta contrapponendole al "settarismo infantile" della Sinistra Comunista Italiana, è dimostrata vana e disfattista dagli stessi avvenimenti, non già di venti o trent'anni fa, ma dallo stesso oggi.

Chi erano gli Arditi del Popolo? Per chi ha presente la composizione sociale e le direttive politiche della organizzazione partigiana antifascista, operante nelle retrovie nazi-fasciste della Italia del Nord, dal 1943 al 1945, comprenderlo non è difficile. Lasciamolo dire alla stessa Unità (17.3.52): «Squadre antifasciste nelle quali si raccoglievano sindacalisti, comunisti, repubblicani, nonché arditi di guerra ed ex-combattenti, ufficiali compresi». Codesta ramazzaglia senza legame che non fosse il vago ed inconsistente sentimento antifascista, inteso come opposizione liberale alla dittatura, e non già come violenta opposizione al regime della borghesia in nome della dittatura del proletariato, pretendeva che la Direzione del giovane Partito Comunista d'Italia mettesse in comune la sua organizzazione militare rivoluzionaria, mostrando così di essere in realtà uno strumento della flaccida borghesia liberale e della socialdemocrazia traditora, lavoranti di conserva a distruggere il potenziale classista e rivoluzionario del partito Comunista sorto a Livorno nel gennaio 1921 mediante violenta scissione e dal riformismo turatiano e dal massimalismo di Serrati. Dice lo scribacchino dell' Unità: «Il Partito socialista dichiara formalmente di essere estraneo a questa organizzazione Arditi del Popolo e la direzione bordighista del P.C., dal canto suo, ordina ai comunisti di abbandonarla, perché "composta di elementi dubbi e senza coscienza di classe" e costituisce nel frattempo a Milano e a Torino delle squadre comuniste». In realtà, la direzione del P.C., invitò i militanti, in una energica circolare tempestivamente diramata, non già ad abbandonare l'organizzazione degli Arditi del Popolo, dato che i comunisti non c'erano entrati per niente, ma a respingere gli inviti ad entrarvi, fatti da gente come Ambrosini che doveva rivelarsi un agente provocatore assoldato dal fascismo! Un'organizzazione militare armata esisteva nel Partito Comunista indipendentemente e prima della creazione degli Arditi del Popolo. Doveva la Direzione del P.C. rinunciare all'azione autonoma dei suoi gruppi armati e affidarne il comando (o metterne a parte) a una accozzaglia di "protestanti antifascisti" muoventisi sul piano della collaborazione tra le classi?

Poiché la direzione del P.C. si rifiutò assolutamente di farlo, gli scalzacani in vena di storiografi dell' Unità commentano: «Gli errori di valutazione e di strategia e di tattica del partito comunista in questo periodo, il settarismo infantile della sua azione isolata e della sua lotta su tutti i fronti, avranno conseguenze non meno decisive di quelle prodotte dalla impotenza dei socialisti di sinistra e dal tradimento di quelli di destra». Senza un solo accenno a queste menzogne di rito, coloro che vivono scrivendo per l' Unità si vedrebbero respinte le loro infami brodaglie. Sono le menzogne convenzionali della storiografia stalinista. Potremmo obiettare che, ritenendo per esatta l'accusa alla Direzione non rinnegata del P.C. di aver contribuito a spianare la strada al fascismo con la sua azione "settaria", l'accusa dovrebbe essere estesa a tutti coloro, Grieco, Berti, D'Onofrio, Dozza, il latitante Gramsci ecc., che al processo contro i comunisti italiani (ottobre 1923) si dichiararono fieramente (e con la stessa fierezza poi rinnegarono) concordi con le dichiarazioni del principale imputato Bordiga. Ma lasciamo perdere. Neppure perderemo tempo a rammentare ai "dimenticatori per contratto" dell' Unità che il P.C. era sorto a Livorno ed aveva aderito alla III Internazionale sulla base dei 21 punti di Mosca, che imponevano una netta separazione e lotta ai riformisti e ai massimalisti, in quanto traditori di classe, per cui una eventuale adesione agli Arditi del Popolo sarebbe suonata come aperto rinnegamento delle stesse basi teoriche e politiche del P. Comunista d'Italia. E' notorio che il mantenersi fedeli ai principi e rifiutarsi di prostituirli equivale, per la gente del P.C.I., a praticare il settarismo... E sia. Ma intanto i fatti stanno a dimostrare i risultati della "esatta" strategia e tattica dei napoleoni di Via Botteghe Oscure.

Sotto altri nomi, gli Arditi del Popolo tornarono ad operare nelle vesti dei partigiani organizzati dai Comitati di Liberazione Nazionale. In essi, oltre che socialisti di destra e di sinistra, entrarono a far parte, insieme con i comunisti guidati dalla non settaria e non infantile  Direzione di togliattiana obbedienza, persino i liberali, i repubblicani, o clericali. Bene. Il regime mussoliniano fu abbattuto. Che le armi e gli strumenti organizzativi fossero forniti dai centri imperialistici di Washington e Londra, poco importa agli scaltrissimi strateghi che sono "arrivati" diffamando e coprendo di ingiurie la Sinistra Comunista. Ma il fascismo è forse morto? E non alludiamo certamente agli spostati e ai carrieristi del M.S.I., che un posticino al banchetto ministeriale basterà a far guarire delle nostalgie. Intendiamo alludere al potere centralizzato, ferreamente totalitario, dello Stato borghese, che quotidianamente si conferisce un armamentario di repressione antiproletaria formidabile.

La spiegazione balorda e stupida che si dà combacia con la accusa ancor più idiota di tradimento mossa alle forze democristiane, passate disinvoltamente alla rottura della alleanza ciellenistica e al calcio nel sedere ai togliattiani. Erano i vostri amici e alleati? Se la Sinistra Comunista, allora alla testa del P.C. rifiutò ogni intesa con gli Arditi del Popolo ciò fu perché fin da allora essa riusciva a prevedere i tranelli in cui, o asini politici, siete vergognosamente piombati. Allora la migliore cosa che potreste fare è di tacere, come fanno le prostitute, del vostro passato, la cui riesumazione non giustifica ma aggrava la vostra miseria di rinnegati.

 

battaglia comunista, n. 13, 2 giugno - 3 agosto 1952