"Iniziamo il sito con il ricordo di una cara amica legata al Comunismo Internazionalista."
Liliana
Il 12 marzo è morta a Milano Liliana Grilli all'età di quasi 65 anni.
La malattia che doveva portarla ad una fine precoce era comparsa da un paio di anni; era iniziata con un affaticamento generale ed una tosse stizzosa, in lei che non aveva mai fumato, ed una volta diagnosticata non aveva dato alcuna speranza e possibilità di guarigione.
Di padre milanese e madre piemontese Liliana era nata a Milano il 25 giugno 1942.
Alla fine degli anni sessanta, studentessa universitaria, bella, di aspetto nordico con i lunghi capelli biondi, riservata, gentile e signorile nei modi, era entrata in contatto con il mondo dei "comunisti internazionalisti". Partecipò nel 1969/70 con altri giovani come lei (Arturo Peregalli, Stefano Rubini, Alberto Tovaglieri fra gli altri) alla vita e alle riunioni del "gruppo di via Sigieri" collettivo che prendeva il nome dalla via di Milano in cui teneva le proprie riunioni. Lontani dal ribellismo giovanile e dal rivoluzionarismo parolaio post sessantottesco i compagni che avevano costituito questo "gruppo" (Mariotto, Claudio, Nino, Silvio, ecc.) si richiamavano alla tradizione e alla storia della sinistra comunista italiana che ebbe come suo massimo rappresentante Amadeo Bordiga. Posizioni politiche che nulla avevano a che spartire con il controrivoluzionario conformismo imperante del "comunismo ufficiale". La linea politica difesa andava dalla costituzione del partito Comunista d'Italia e dalla classica posizione marxista che lo caratterizzava alla lotta contro la degenerazione della rivoluzione bolscevica con lo stalinismo che la impersonava. La "restaurazione della teoria marxista" e dell'autentico programma rivoluzionario era ciò per cui si battevano questi rivoluzionari già raggruppati attorno ad Amadeo Bordiga nel "Partito Comunista Internazionalista" (che divenne poi "Partito Comunista Internazionale" nel 1965).
L'assimilazione di queste posizioni rimarranno indelebili in Liliana e caratterizzeranno la sua "passione del comunismo". La sua scelta politica, una volta avvenuta, non sarà di una stagione ma per la vita. E' normale quindi che la sua laurea in "storia e filosofia", nell'anno accademico 1976/77, avvenisse con una tesi su Amadeo Bordiga il cui titolo era: "La concezione del socialismo attraverso l'analisi dell'URSS nel pensiero di Amadeo Bordiga". Liliana si dedicò per molto tempo a questo lavoro sempre alla ricerca, con puntiglio e sicurezza, di scolpire in termini precisi, netti e che non dessero adito ad alcun dubbio la posizione di Bordiga. Relatore della tesi fu Giorgio Galli di cui Liliana divenne poi assistente ed amica all'Università e che farà poi parte del Comitato Scientifico della Fondazione Amadeo Bordiga ( e consigliere del CdA nel 2004).
La tesi di Liliana fu pubblicata nel 1982 dalla casa editrice "La Pietra" e ha rappresentato un importante contributo e studio sul pensiero di Amadeo Bordiga. Nello stesso anno Liliana fu molto colpita dalla morte di Nino Consonni conosciuto nel "gruppo di via Sigieri"; a lui e alla sua famiglia Liliana era legata da un rapporto di affettuosa amicizia.
In quegli anni, oltre al lavoro all'Università a fianco di Giorgio Galli, insegnò "storia e filosofia" nei licei milanesi. Partecipò inoltre a vari viaggi di studio in Russia per frequentare biblioteche e reperire documenti sulla storia del movimento comunista (allora c'era ancora l'URSS, gli archivi erano chiusi e la cosa non era certo facile). In uno di questi viaggi, nel 1988, conobbe Felice Fiorenza che diventerà il compagno della sua vita.
Agli ultimi anni ottanta risale anche la conoscenza di Antonietta De Meo di cui divenne amica. Antonietta De Meo, sorella di Ortensia De Meo prima moglie di Bordiga morta nel 1955, aveva sposato Amadeo Bordiga nel 1965 e con lui viveva a Formia dal 1968. Quando Bordiga morì nel luglio del 1970 Antonietta continuò a vivere, sola, nella casa di Formia in riva al mare.
L'amicizia di Liliana superò la ritrosia e la diffidenza di Antonietta che vedeva in chiunque le si avvicinasse un qualcuno che volesse carpirle notizie, documenti e materiale sulla vita di Bordiga magari per qualche scoop giornalistico. Antonietta capì che altro era Liliana e che altro la muoveva e cioè, nell'approfondimento della conoscenza dell'attività teorica e politica di Bordiga, la salvaguardia del patrimonio documentario presente nella casa di Formia altrimenti destinato alla "critica roditrice dei topi".
Alla morte di Antonietta nel dicembre del 1994 Liliana si impegnò con tutte le sue forze perchè la volontà testamentaria di Antonietta si tramutasse in pratica nella costituzione della "Fondazione Amadeo Bordiga".
Fu Liliana nel giugno del 1995, con Bruno Maffi e la consulenza di Vittorio Faggioni, a stendere l'atto costitutivo e lo statuto della Fondazione.
La Fondazione Amadeo Bordiga si costituì poi con atto notarile l'11 dicembre 1995 e venne riconosciuta ufficialmente con decreto del Ministero degli Interni l'8 maggio 1998.
Da questo momento la vita di Liliana si fonde con quella della Fondazione cui dedicherà con tenacia e caparbietà tutta se stessa. Questa attività si dispiegò non solo nel lavoro di archiviazione e catalogazione del materiale documentario esistente nella casa di Formia (lavoro pesantissimo visto l'abbandono in cui tutto era dalla morte di Bordiga) e in quello di promozione culturale: borse di studio regolarmente bandite, organizzazione di Convegni, attività editoriali ma anche in questioni pratiche come la restaurazione della casa con allacciamenti di acqua e luce, la messa in sicurezza del materiale dopo la constatazione di furti, ecc., ecc.
Due le finalità fondamentali che Liliana, membro trainante del comitato d'amministrazione della Fondazione ed anima del comitato scientifico, si era data come scrisse lei stessa:
"... da un lato conservare e catalogare il materiale documentario e librario di Amadeo Bordiga, presente nella sua ex-dimora di Formia, allestendo in loco un archivio, per permettere in futuro la consultazione pubblica da parte di studiosi e militanti; dall'altro contribuire a studiare e far conoscere, attraverso diversi strumenti e modalità -quali erogazione di borse di studio, incontri pubblici, pubblicazioni scritte e informazioni in rete, relazioni con le principali biblioteche e centri di ricerca italiani ed esteri -, la figura e l'attività di Amadeo Bordiga; considerato innanzi tutto in quanto esponente politico e teorico di maggior rilievo della "sinistra comunista" italiana e internazionale - dalla sua prima militanza nel partito socialista Italiano nel 1910, alla fondazione del partito Comunista d'Italia a Livorno nel 1921, all'opposizione condotta contro la linea centrista all'interno di tale partito dal 1923, fino alla netta dissociazione a partire dal 1926 per tutto il resto della sua esistenza, nell'ambito del movimento proletario internazionale, da qualsiasi concessione sia ideologica che pratica ai "socialismi nazionali" stalinisti e post-stalinisti -, con l'intento tuttavia di conoscerlo e valorizzarlo nella complessità e inscindibilità di tutti gli aspetti della sua attività ed esistenza, anche professionali e umani."
Ma già Liliana si era mossa in questa ottica. Aveva partecipato nel giugno del 1996 all'incontro di studio su Amadeo Bordiga tenuto a Bologna per iniziativa del "Nucleo informale Potlach" di Bologna con l'adesione del dipartimento di Filosofia e Politica dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Tenne in questa occasione una relazione: "Oltre il mito Urss. Il capitale come forza sociale e l'abolizione del valore".
Sarà poi a Formia il 27 maggio 2000 alla "presentazione della Fondazione" dove tenne una relazione su " L'attualità della riflessione teorico-politica bordighiana (1945-1970).
Ma le date che costellano la sua presenza ad impegni pubblici danno solo una immagine sbiadita e minima del suo impegno complessivo. In questi anni Liliana aveva anche iniziato, sola e praticamente senza aiuto, un lavoro di ricerca su una storia cancellata, sugli inizi dell'attività del Partito Comunista internazionalista durante gli ultimi anni della seconda guerra mondiale. Gli anni passavano e i vecchi compagni morivano: bisognava, se possibile, raccogliere le loro memorie e non lasciare che tutto si perdesse. Così, venuta a conoscenza delle gravi condizioni di salute di Suzanne Voute, vecchia militante internazionalista francese, era andata all'inizio del 2001 a trovarla in ospedale a Marsiglia e si era a lungo intrattenuta con lei; Suzanne morirà poi nel dicembre dello stesso anno. Raccolse anche i ricordi di Bruno Maffi (presidente della Fondazione fino alla morte nel 2003) e di Vittorio Faggioni che morirà nel 2005 e di altri elementi importanti nella storia del movimento internazionalista.
Quando il tempo glielo permetteva frequentava a Milano le riunioni dei vecchi compagni, ora in via Agnesi e partecipava, quando l'argomento la interessava e stuzzicava, ai dibattiti o alla presentazione di qualche libro che si tenevano alla libreria Calusca. Nelle discussioni che poi si svolgevano non era portata ai compromessi e non transigeva sulle questioni di fondo.
Regolarmente, nel corso degli anni, stilava i bandi per le borse di studio della Fondazione: quelle aperte a studiosi di tutte le nazionalità, quella riservata all'Università di Cassino e quelle per gli studenti delle scuole superiori di Formia.
Il lavoro pratico cui soggiaceva limitò molto la sua possibilità di dispiegare l'elaborazione teorico-politica sulla base dello studio delle tematiche di Bordiga. Ci piace citare su questo un suo brano significativo nel quale con intuizione felice coglie l'essenziale del Bordiga comunista rivoluzionario:
"A mio avviso Bordiga non è affatto l'espressione di un "marxismo ottocentesco", il "residuo fossile" di un "veteromarxismo", intendendo con ciò un marxismo non solo "ortodosso" - giudizio con cui egli avrebbe pienamente concordato - ma ormai superato dai tempi, inadeguato ad interpretarli; egli è stato invece il teorico comunista rivoluzionario a noi più contemporaneo, il formulatore di analisi teoriche e di soluzioni politiche inaccettabili agli occhi della quasi totalità dei suoi contemporanei perchè "troppo in anticipo" sui tempi. Di ciò Bordiga stesso sembra essere stato consapevole: "Può darsi che questa mentalità sia quella degli uomini di una civiltà futura", sembra infatti aver detto già nel 1936, "di un sistema filosofico vorrei dire, che probabilmente oggi è assai lontano (...)". Nel "riportare alla luce" e nel "restaurare" l'originaria teoria marxiana, Bordiga è stato anticipatore di un futuro che sta diventando sempre più il nostro presente: sarà quindi a mio avviso il processo storico del prossimo secolo, più di quello del secolo che sta per finire, a dare una risposta risolutiva al problema della validità dell' autentica alternativa sociale tracciata da Marx."
E' il comunismo e la rivoluzione che interessano Liliana e in questo senso lo studio e la conoscenza dell'opera di Bordiga.
Nel gennaio 2002 partecipò a Milano all'incontro in ricordo di Arturo Peregalli (vecchio amico e compagno che faceva parte del Comitato scientifico della Fondazione) morto a 53 anni nel giugno del 2001.
Fu l'organizzatrice e l'animatrice a Milano nell'ottobre del 2002 del Convegno "Scienza e politica in Amadeo Bordiga (1910-1970) promosso dalla "Fondazione Amadeo Bordiga" con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Storia e della Documentazione storica dell'Università degli studi di Milano, dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli e del CNR.
Sarà molto aiutata nell'organizzazione del Convegno da una cara amica, Maria Scattola, che le sarà da ora in poi vicina nel prosieguo del lavoro, aiuto indispensabile una volta che si manifesterà la malattia. In questa occasione Liliana presentò una comunicazione sullo stato dell'archivio di Formia e una relazione: "Dalla critica dell'economia politica al programma rivoluzionario: il comunismo come piano di vita per la specie".
Innumerevoli in questi anni i viaggi a Formia sia per occuparsi, in termini pratici, della ristrutturazione della vecchia casa di Bordiga sia per completare la schedatura e il riordino di tutto il materiale presente.
A Formia organizzò ancora una conferenza della Fondazione nel novembre 2004 con relazioni tenute da Giorgio Galli e Michele Fatica.
Anche alla comparsa della malattia, senza mai compiangersi, il suo lavoro continuò con la stessa tenacia: partecipò attivamente alla pubblicazione a cura della Fondazione del lavoro di Luigi Gerosa vincitore di una borsa di studio assegnatagli nel 2001, stilò il programma di lavoro della Fondazione per il 2007 con la proposta di bando di nuove borse di studio e la proposta di stampa degli atti della giornata di presentazione della Fondazione (Formia 27 maggio 2000) e di quelli del Convegno di Milano del 2002.
Ancora nel gennaio del 2007 sarà pronta a prodigare correzioni e consigli per la prossima uscita di una raccolta di scritti di Amadeo Bordiga "Mai la merce sfamerà l'uomo" presso la casa editrice Odradek di Roma e stenderà una "bibliografia essenziale ragionata", da inserire nel volume, che riporta quanto apparso su Bordiga negli ultimi anni.
Quello che ha mosso Liliana in tutta la sua attività e nel grande dispendio di energie che ciò comportava (si arrabbiava Liliana con chi, a lei vicino e a conoscenza delle sue condizioni, le diceva di rallentare il suo impegno, di lasciar perdere e di dedicarsi soprattutto alle cure che le sue condizioni richiedevano) era il suo essere rivoluzionaria e comunista, costretta nella fase storica che viveva ad essere molecola isolata ora impetuosa e decisa, ora fragile, dolce e delicata ma pronta a ricongiungersi nel momento di quella che Bordiga chiamava "la ionizzazione della storia" alla forza partitica del proletariato ricostituitosi come agente di storia, alla saldatura classista per la rivoluzione.
Era il lavoro per questo obiettivo che la animava dal profondo del suo essere e che faceva sì che la vita si facesse sentire con tutta la sua forza anche nel corso della malattia.
Non si possono terminare queste poche righe che purtroppo danno solo una pallida immagine di tutto quello che fu Liliana senza ricordare chi le è stato vicino e ha cercato di sostenerla nell'ultimo tragico periodo: la sorella Annamaria, l'amica Maria Scattola, Felice Fiorenza e i pochi vecchi compagni che la conoscevano.
Sandro Saggioro
Padova 22 marzo 2007